Ma quale elettrico: l’italiano vuole l’auto a benzina. Sono 42.779 quelle vendute a giugno 2024 in Italia, ossia +6,7% sullo stesso mese del 2023. E sono 270.866 da gennaio a giugno 2024, cioè +14,3% rispetto all’analogo periodo 2023. Tutto qui? No: ci devi aggiungere le mild hybrid: 44.485 nel sesto mese a +26%, che salgono a 251.830 nell’anno (+14,9%). Insomma, a giugno sfiori le 90 mila unità a benzina reali. Nell’anno, sfondi 520 mila.
Perché le mild hybrid possono essere considerate a benzina? Sono macchine termiche con un grande propulsore a combustione (di rado diesel), e uno micro elettrico. Con mini batteria. Allora, a questa stregua, anche le benzina Euro 0 della preistoria erano mild hybrid, perché qualcosa di elettrico c’era dentro, batteria inclusa: motorino di avviamento e alternatore.
Mild hybrid, simpaticamente dette ibridine
Potremmo anche chiamarle ibridine travestite da mild hybrid che poi sono a benzina. La definizione di elettrificate è davvero tirata per le orecchie. Non ci piace invece l’appellativo di scam hybrid, perché i patti fra venditore e compratore sono chiari: il primo spiega al secondo con trasparenza che cosa questi va a comprare.
Fa figo parlare di Mhev, molto americano e futuristico, assai trendy e yankee, da contrapporre a Bev (elettriche) e Phev (ibride plug-in). O anche ibrido leggero. Nei motori mild hybrid, in teoria la parte elettrica dovrebbe supportare il motore a combustione (a regimi bassissimi) migliorando (di pochissimo) consumi e prestazioni. Fa da starter per avviare il motore principale e lo assiste in partenza e in accelerazione. Dovrebbe esserci recupero di energia in fase di frenata o in decelerazione.
L’elettrico micro, da solo, muove la macchina per km? No, tranne pochissimi modelli recenti e in modo limitato. La batteria agli ioni di litio con tensione da tra 12 e 48 volt non può far questo. Il benzina muove, l’elettrico dà un minimo aiuto. In più, una seconda batteria (da 12 o 48 Volt) immagazzina energia durante le fasi di frenata (e decelerazione) quando l’unità elettrica entra in azione assieme a quella termica.
Pertanto, addio al motorino di avviamento e all’alternatore. Sì al motogeneratore in grado di eseguire entrambe le funzioni dei componenti rimossi e molte altre funzioni. Con tensioni da 12V, 24V e 48V.
Le mild hybrid convengono?
Certo che sì. Sono auto a benzina. Come tali, come tutte le termiche, e come le diesel, sono macchine pratiche, comode, zero ansia di autonomia, zero ricerca di colonnine mezze scassate od occupate o lente. In più, qualche Regione dà minime esenzioni dal bollo auto. Volendo, esiste pure una micro riduzione di emissioni di CO2.
Uno che guida da sempre benzina, e compra micro ibrido, neppure si accorge della differenza quando guida. L’unico frangente in cui il sistema elettrico va in autonomia è nelle fasi di veleggio: quando il guidatore rilascia l’acceleratore e l’auto prosegue per inerzia.
A livello di marketing, sono fascinose. Scelta intelligente dei Gruppi auto. Rivolta a chi? A chi non ha tantissimi soldi per un’elettrica, non ha tanti soldi per un’ibrida plug-in, non ha un discreto gruzzolo per un’ibrida. Ecco allora la mini ibridina. Che fa anche “verde” per il Green Deal.