Il triangolo magico della cinese BYD fra Italia, Ungheria e Turchia

Ippolito Visconti Autore News Auto
Il colosso asiatico punta a una strategia che coinvolga il meglio del meglio, ossia il Made in Italy.
Il colosso asiatico BYD punta a una strategia che coinvolga il meglio del meglio, ossia il Made in Italy.

I fornitori italiani potrebbero trovare un accordo col gigante cinese BYD. Per il meglio del Made in Italy, alle prese coi guai Stellantis, sarebbe un colpaccio. Per gli orientali pure, perché farebbero coppia con aziende di spessore. La componentistica d’oro nostrana formerebbe un triangolo magico: di certo, le fabbriche dell’azienda di Shenzhen in Ungheria e Turchia produrrebbero le auto.

Quali vetture

BYD punta su auto termiche ibride plug-in. Ma anche sulle elettriche: quelle che escono da Ungheria e Turchia non pagano i dazi Ue. Che bastonano solo le Made in China. Pertanto, vetture Made by China in due nazioni più compentistica Made in Italy.

Il colosso asiatico BYD punta a una strategia che coinvolga il meglio del meglio, ossia il Made in Italy.

Incontri, che boom

BYD ha avviato a Torino il ciclo di incontri con i produttori italiani di componentistica per selezionare nuovi fornitori a beneficio dei suoi insediamenti industriali europei. Organizzato con l’associazione Anfia, si è tenuto il BYD Supplier Meeting, evento che ha attirato addirittura 380 aziende provenienti da tutta Italia. In tutto, 500 persone e 176 colloqui a porte chiuse con i dirigenti del costruttore. Si pensa al bis. Prima, una sessione plenaria presso il Museo Nazionale dell’Automobile. “La qualità, l’innovazione e la flessibilità che contraddistinguono da sempre le aziende della componentistica italiana hanno un’importante occasione in più per affermarsi in relazione agli investimenti produttivi di BYD in Europa – ha commentato il presidente dell’Anfia, Roberto Vavassori -. Il nostro è un comparto fortemente internazionalizzato che ha i numeri per vincere le attuali sfide legate alla progressiva decarbonizzazione della mobilità, alla digitalizzazione e all’evoluzione degli equilibri tra i player internazionali dell’automotive”. 

Chi c’è dietro

Alfredo Altavilla, Special advisor della BYD per l’Europa, ex braccio destro di Marchionne in FCA è “estremamente soddisfatto di aver creato questo legame tra BYD e la nostra filiera industriale, formata da società che rappresentano l’eccellenza del saper fare italiano. Queste aziende si contraddistinguono per un know-how che non ha eguali nel panorama internazionale e che tutto il mondo gli riconosce”. L’Italia è il primo Paese coinvolto.

Tre aspetti chiave

Fra gli elementi in gioco, le condizioni economiche, l’eventuale sede operativa richiesta, i tempi di pagamento. La partita è aperta, coi fornitori italiani a caccia di un’azienda finalmente forte e proiettata nel futuro.

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