Il “segreto” della cinese BYD per vendere più auto in Europa

Ippolito Visconti Autore News Auto
Chi associa la cinese BYD alle auto elettriche sbaglia: il colosso orientale è una potenza anche in fatto di vetture ibride plug-in, con motore a benzina più batteria, ricaricabile, alla spina.
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Chi associa la cinese BYD alle auto elettriche sbaglia: il colosso orientale è una potenza anche in fatto di vetture ibride plug-in, con motore a benzina più batteria, ricaricabile, alla spina. Proprio con queste PHEV la Casa che da Pechino invade il mondo vuole vendere macchine in Europa. E sconfiggere le Case Usa e Ue tradizionali coi loro motori a benzina o diesel.

Plug-in BYD all’attacco delle termiche in Europa

BYD fisserà il prezzo delle sue ibridi plug-in nel Vecchio Continente in modo che sia simile a quello dei rivali termiche. Col vantaggio che le proprie macchine, grazie alla batteria, consumano di meno. E spesso hanno vantaggi fiscali a livello di bollo, tassa di proprietà da pagare alla Regione di residenza. La logica è questa: le vendite di PHEV sono aumentate poiché il mercato delle auto elettriche rallenta. Il primo passo è la Suv ibrida plug-in di medie dimensioni Seal U DM-i (foto): intercetta le tendenze del mercato. BYD aprirà la sua prima fabbrica europea di vetture a Szeged, in Ungheria: l’impianto costruirà auto elettriche e ibride plug-in per il mercato europeo prima del 2026. In parallelo, nel mondo, vuole essere leader elettrico entro il 2030. Servirà anche centro di ricerca e sviluppo in Europa per integrare la fabbrica automobilistica. 

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La Cina costruisce in Europa: perché

I marchi cinesi stanno valutando la produzione in Europa. Primo target: allentare le tensioni con l’Ue. Che ha avviato un’indagine sul sostegno di Pechino alle Case cinesi. Secondo obiettivo: impedire i dazi Ue sulle auto cinesi, che arrivano dal Paese della Grande Muraglia. L’anno scorso BYD ha venduto 15.644 auto in Ue, tutte elettriche, secondo i dati Dataforce. Le vendite del primo trimestre sono state 7.701, con un aumento del 717% rispetto allo scorso anno, guidate dalla Suv compatta Atto 3, spiega Automotive News. La quota di mercato europea dell’azienda è stata dello 0,46% per il trimestre, rendendolo il secondo marchio cinese più grande nella regione dopo MG, di proprietà di SAIC. Le vendite di veicoli ibridi plug-in in Europa sono cresciute del 10% nel primo trimestre raggiungendo 253.864 unità, guidate da Volvo XC60, Ford Kuga e Mercedes GLC. 

Problema emissioni plug-in

Le vendite di ibride plug-in sono guidate prevalentemente da marchi premium, che si sono rivolti alla tecnologia per sostituire il diesel soprattutto per le auto più grandi. Gli ibridi plug-in e le trasmissioni diesel rappresentano un modo per ridurre il consumo di carburante e le emissioni di CO2. In futuro, BYD farà i conti con gli ambientalisti Ue. La tecnologia PHEV è stata criticata da gruppi verdi: affermano che le loro emissioni nel mondo reale sono più elevate rispetto a quelle risultanti dai test. Il primo rapporto della Commissione europea ha rilevato che le emissioni di CO2 erano superiori del 350% rispetto ai dati dei test. L’Unione europea infatti adeguerà il test sulle emissioni nel 2025 per ridurre la presunta distanza percorsa esclusivamente in modalità elettrica. E potrebbe ridurla ulteriormente nel 2027 dopo aver analizzato i dati più recenti del mondo reale. 

Ma BYD afferma che i suoi ibridi plug-in Dual Mode, o DM, vengono utilizzati in modalità completamente elettrica il 65% delle volte, sulla base dei dati di un milione di auto guidate per un totale di 9,7 miliardi di km. Ha presentato il suo primo PHEV, l’F3DM, al salone dell’auto di Ginevra del 2008: la tecnologia è ora alla quinta generazione.

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