Il possibile ennesimo rinvio del progetto Volkswagen Trinity 

Ippolito Visconti Autore News Auto
Mentre le vendite di auto elettriche calano nel mondo, e la Sud Corea s’interroga sugli incendi delle full electric, ci sarebbe il possibile l’ennesimo rinvio di Volkswagen Trinity.
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Mentre le vendite di auto elettriche calano nel mondo, e la Sud Corea s’interroga sugli incendi delle full electric, ci sarebbe il possibile l’ennesimo rinvio di Volkswagen Trinity, stando al quotidiano economico Handelsblatt.

Evoluzione progetto Volkswagen Trinity

Inizialmente, la VW Trinity doveva essere un’ammiraglia elettrica pronta nel 2026. Con un nuovo linguaggio stilistico: forme futuristiche e sinuose. Notevole aerodinamica, spazio interno ai massimi. Guida assistita di livello 2+ della scala Sae, ma predisposta per il livello 4. L’idea era che in viaggio gli occupanti potessero godersi lo spostamento per lavorare, giocare, mangiare o guardare un film. Il guidatore? Sempre attento alla strada, magari con qualche concessione rara nelle fasi in cui l’auto va da sé. Il tutto condito con assistenti virtual.

Negli anni, la VW Trinity è divenuta una Suv compatta. I continui problemi informatici della divisione Cariad, più il calo delle vendite delle elettriche (e differenti strategie aziendali del capo Oliver Blume) hanno cancellato il progetto del nuovo sito industriale.

Dal debutto nel 2026, s’è passati al 2028, al 2030, al 2032. Target: evitare i problemi informatici ed essere competitivi al 100% con Project Trinity.

Guai elettrici

Wolsfburg sarebbe stato costretto a rinviare il lancio di alcune novità di prodotto, come la nipote della ID.4, una Suv elettrica, e forse la nuova generazione della Golf. I problemi riguardano i software della nuova piattaforma SSP (“Scalable System Platform”), posticipata di alcuni anni a causa delle difficoltà incontrate dalla divisione Cariad. 

Volkswagen e Cina: quali progetti

È tutto nuovo per Wolfsburg. Sino al 2014, era dominatore totale della scena in Europa e andava fortissimo nel mondo. Dal Dieselgate del 2015, combatte una “battaglia” automotive inedita per il gruppo, fra il processo di elettrificazione e l’avanzata impetuosa dei cinesi. Non è facile: serve tempo. 

Preziosa la “alleanza” fra Xpeng e Volkswagen, che hanno iniziato a lavorare insieme nel 2023. C’è un accordo per sviluppare un’architettura elettrica: le vetture a zero emissioni saranno costruite in Cina su piattaforma China Main Platform che deriva dalla MEB. Verranno costituiti due team di ingegneri in altrettanti centri di ricerca in Cina, Guangzhou ed Hefei.

Poi, c’è l’accordo con FAW e SAIC: è la strategia Volkswagen “In Cina per la Cina” con la quale il gruppo tedesco vuole presentarsi sul mercato del Paese della Grande Muraglia: tutto fatto in loco.

A maggio 2024, l’annuncio che Audi lavorerà con SAIC al fine di sviluppare una piattaforma per veicoli elettrici venduti inizialmente in Cina.

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Accordo con Rivian

D’oro l’accordo di investimento con Rivian, una delle startup americane anti-Tesla, che però sono lungi dall’imitare il successo della Casa di Elon Musk. Il costruttore tedesco investirà fino al 2026 un massimo di 5 miliardi di dollari (4,67 miliardi di euro) nella società di Irvine (California): una joint venture paritetica per lo sviluppo di piattaforme per auto elettriche. VW sfrutterà la piattaforma software della Rivian (microprocessori a zona) per lo sviluppo di Sdv (software-defined vehicle). Avrà accesso immediatamente all’architettura dell’azienda statunitense. Che in cambio ottiene ossigeno, ossia moneta sonante.

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