Il pasticcio degli ecobonus auto 2024: il prezzo massimo dell’auto elettrica è troppo basso

Ippolito Visconti Autore News Auto
Anche quando arriveranno gli ecobonus auto 2024 permarrà un problema grave: il prezzo massimo dell’auto elettrica è troppo basso.
ecobonus auto 2024

Oggi ci sono solo i vecchi incentivi 2023 che nessuno vuole (spiccioli di sconto), ma anche quando arriveranno gli ecobonus auto 2024 permarrà un problema grave: il prezzo massimo dell’auto elettrica è troppo basso. Primo: è esclusa gran parte dei modelli disponibili sul mercato. Secondo: moltissimi di quei modelli esclusi possono usufruire di ricarica super-veloce. Quindi, il sistema pensato dal governo (ereditato dal precedente esecutivo) non va bene. Sentiamo infatti l’Unrae, Unione Case estere: ““In tema di incentivi, riteniamo indispensabile per lo sviluppo della mobilità a zero emissioni che il tetto di prezzo per le auto 0-20 g/km venga eliminato o quantomeno equiparato a quello della fascia 21-60 g/km”. 

ecobonus auto 2024

Ecobonus auto 2024: qual è il limite di costo 

Per le macchine 0-20 g/km CO2 (elettriche e ibride plug-in virtuosissime), il tetto di spesa è di 35 mila euro più Iva. Zero bonus alle vetture oltre quel limite. Senza rottamazione, 6 mila euro di bonus; rottamando una Euro 4, 9 mila euro, con una Euro 3 invece 10 mila euro e con una Euro 2 o precedenti a 11 mila euro. Più l’usato è vecchio, più forte lo sconto. Previsti 240 milioni di euro di fondi. Per i redditi più bassi, possibilità di rottamare un’auto Euro 5 per accedere a 8 mila o 5 mila euro di bonus, rispettivamente per le fasce di emissione 0-20 e 21-60 g/km CO2: maggiorazione del 25% dei contributi per singoli componenti di un nucleo familiare con Isee sotto 30 mila euro. Massimo 13.750 euro rottamando una pre-Euro 3. 

Aziende, che guaio i bonus

Penalizzate le aziende, che tendono ad acquistare vetture di segmento superiore. Se c’è il limite di spesa, zero bonus. Insomma, un disastro. Infine, serve intervenire sul regime fiscale delle auto aziendali in uso promiscuo, che penalizza le imprese Italiane nel confronto con gli altri mercato Ue.

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