Il grande ritorno del Redditometro per scovare anche le auto costose

Ippolito Visconti Autore News Auto
Arriva il nuovo decreto ministeriale sul Redditometro: Fisco a caccia anche delle auto, specie se costose, come le elettriche (o le supercar termiche).
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Arriva il nuovo decreto ministeriale sul Redditometro: Fisco a caccia anche delle auto, specie se costose, come le elettriche (o le supercar termiche). Ma pure case, barche e altro. Tutto quello che costa. Se ti permetti una macchina così, allora hai i soldi per comprarla. Come fai? Con quale reddito? Lo Stato controlla. Si applicherà dagli avvisi di accertamento relativi al 2016. Quindi relativi al 2018, perché ci sono le decadenze maturate nel frattempo e tanto indietro non si può tornare. Con il Dm del 7 maggio 2024, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, è stato riattivato lo strumento accertativo in esame. C’era la sospensione disposta con l’articolo 10 del Dl 87/2018. Adesso tutto si basa su una metodologia elaborata con l’ausilio dell’Istat e delle associazioni dei consumatori. 

Redditometro: puoi spiegare tutto

Comunque, puoi discutere col Fisco. La normativa del Redditometro prevede un doppio contraddittorio con il contribuente. Obiettivo: reperire le informazioni utili alla formazione dell’atto di accertamento. Spieghi allo Stato come e perché hai comprato l’auto costosa, magari elettrica. E tanto altro. Magari il finanziamento delle spese è avvenuto con redditi diversi da quelli relativi al periodo d’imposta accertato o con redditi esenti. O la spesa è stata sostenuta da un soggetto diverso. O le spese effettivamente sostenute sono di ammontare diverso da quello attribuito. O la quota di risparmio utilizzata per finanziare per consumi e investimenti si è formata in anni precedenti: poi ci sono le eredità, i soldi che qualcuno ti lascia e che hai usato per comprare l’auto bella.

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Occhio alle spese

La nuova determinazione sintetica del reddito si basa sulle spese presuntivamente attribuibili al contribuente. C’è una campionatura per nuclei familiari (11 tipologie) e per distribuzione sulle varie aree (5) del territorio nazionale. Poi si vede la quota di risparmio formatasi in ciascun anno. Quindi ecco l’analisi delle spese effettivamente sostenute, risultanti dall’Anagrafe tributaria, anche diverse da quelle tipizzate nella tabella allegata al decreto. Se non ci sono rinvenibili nell’anagrafe tributaria, allora si prendono in considerazione i beni essenziali al fine di posizionarsi al limite del livello di povertà assoluta e si prende il relativo valore stimato ai fini Istat.

Si imputano le spese che risultano sostenute dai familiari fiscalmente a carico. Non si considerano i costi relativi esclusivamente ed effettivamente all’esercizio di attività d’impresa o di lavoro autonomo, a condizione che ciò risulti comprovato. I costi per investimenti si assumono al netto dei disinvestimenti effettuati nell’anno e nei quattro anni precedenti l’acquisto. 

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