Il governo pensa a incentivi auto per favorire la produzione europea

Ippolito Visconti Autore News Auto
Oggi, gli incentivi auto sono uguali per tutte le Case. Se io compro una vettura cinese, giapponese, italiana o fatta sulla Luna, comunque il bonus è quello: esempio, 10 mila euro.
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Oggi, gli incentivi auto sono uguali per tutte le Case. Se io compro una vettura cinese, giapponese, italiana o fatta sulla Luna, comunque il bonus è quello: esempio, 10 mila euro. Domani, gli incentivi auto in Italia voluti dal governo Meloni potranno essere diversi in base alla Casa. Se il costruttore è italiano o europeo, bonus statale di 10 mila euro. Se cinese, bonus di 2 mila euro, per esempio.

Il governo pensa a incentivi auto per favorire la produzione nazionale. Come ha fatto la Francia. L’esecutivo ha intenzione di apportare profonde modifiche al meccanismo dei bonus per l’acquisto di vetture. Sentiamo il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, al Tavolo Automotive: si va verso l’introduzione di una prospettiva pluriennale e di una formula alla francese.

Tavolo Automotive: chi c’era

Al Tavolo hanno partecipato rappresentanti di Stellantis, della filiera, dei sindacati e delle associazioni datoriali. L’ammissione: le agevolazioni non hanno soddisfatto una delle priorità del governo, ossia aumentare le produzioni italiane.

I cinque target degli attuali bonus

1) Supportare la transizione energetica.

2) Rinnovare il parco auto circolante troppo obsoleto.

3) Aiutare soprattutto le persone fisiche.

4) Sostenere le fasce meno abbienti.

5) Incrementare i volumi produttivi degli stabilimenti italiani. 

“I primi quattro aspetti sono molto soddisfacenti, non il quinto che riguarda l’aumento della produzione”, dice Urso. Obiettivo non raggiunto: accrescere “i volumi degli stabilimenti italiani, soprattutto della Panda a Pomigliano e della 500 elettrica a Mirafiori”.

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Bonus futuri

L’impianto delle agevolazioni sarà discussa nei dettagli durante delle riunione tecniche:

1) bonus maggiori per le auto a più basse emissioni;

2) incentivi a chi rottama veicoli vecchi e inquinanti;

3) sostegno mirato alle classi meno abbienti;

4) spostamento sul lato dell’offerta;

5) orizzonte temporale più lungo.

“Avevamo detto che se non avessimo raggiunto l’obiettivo di aumentare la produzione in Italia con questo piano incentivi, avremmo spostato le risorse, o parte di esse, direttamente sul fronte dell’offerta. È nostra intenzione realizzare anche una programmazione pluriennale delle risorse”. Ora, ecco il fondo Automotive: 750 milioni per il 2025, un miliardo annuo dal 2026 al 2030.

“È allo studio un meccanismo che privilegi le produzioni con un alto contenuto di componentistica europea, garantendo così la sostenibilità delle produzioni e incentivando la domanda di veicoli assemblati in Italia o in Europa con componenti prodotte localmente”. Con parametri innovativi, come l’impronta ecologica, la cybersecurity e il rispetto dei diritti fondamentali della forza lavoro. A settembre si inizierà a definire il nuovo schema di incentivazione della domanda e dell’offerta della filiera, tenendo conto delle indicazioni delle altre amministrazioni coinvolte e delle proposte emerse dal Tavolo Automotive.  

Poi c’è il fattore click day

Chissà se verrà analizzata pure la piaga del click day. Dopo mesi di attesa, si aprono le prenotazioni online, ma ecco che i fondi per le auto elettriche finiscono in un batter d’occhio. L’auspicio è che questa beffa non si ripeta.

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