Il nostro esecutivo cerca un gruppo cinese che apra fabbriche in Italia: adesso, il governo Meloni chiede alla cinese Dongfeng dati sulla sicurezza informatica, come riporta Bloomberg. Le misure includono la raccolta e la gestione dei dati dei consumatori della Casa orientale nel nostro Paese in Italia.
Fornitori italiani
Si domanda a Dongfeng di accettare garanzie sulla sicurezza informatica e sulla protezione dei dati come prezzo del supporto per un nuovo stabilimento della Casa automobilistica cinese. C’è una seconda richiesta: componenti come le unità di infotainment siano fornite da fornitori locali per motivi di sicurezza.
L’Italia ha esortato Dongfeng a reperire almeno il 45%v di tutti i componenti di ogni auto dall’Italia, il che qualificherebbe l’azienda cinese per diverse centinaia di milioni di euro di incentivi pubblici, hanno affermato le persone. No comment di governo e Casa.
La cinquina automotive del governo
Quindi, sono cinque gli obiettivi del governo:
1) un milione di veicoli fatti in Italia, Stellantis inclusa;
2) dare lavoro diretto;
3) creare indotto, proteggendo la componentistica italiana;
4) cercare di “staccarsi” da Stellantis stesso. Così da toccare quota un milione anche grazie ad altri. Ricordiamo che il gruppo capitanato da Tavares ha una partnership automobilistica con Dongfeng in Cina e ha accettato di vendere attività alla società cinese lo scorso anno.
5) Attrarre Dongfeng darebbe all’Italia un ruolo di primo piano nello sforzo europeo di dare una scossa alla produzione di veicoli elettrici, aiutando al contempo il Paese a ricostruire la sua partnership con la Cina. Sarebbe un colpaccio per l’immagine dell’esecutivo.
I vantaggi per i cinesi
Allo stesso tempo, Dongfeng avrebbe un trampolino di lancio formidabile in Italia per l’Ue, scavalcando i dazi di Bruxelles. Una Cavallo di Troia, come fanno tante altre Case: vedi in particolare BYD in Ungheria.
Giorgia Meloni ha incontrato il presidente cinese Xi Jinping a Pechino la scorsa settimana mentre cerca di rinnovare i legami commerciali logori con la potenza asiatica. “L’arrivo di una casa automobilistica cinese in Italia potrebbe contribuire a dare nuova linfa a un mercato stagnante, a patto che i fornitori locali svolgano un ruolo cruciale nel fornire componenti e garantire gli standard di sicurezza occidentali, in particolare per le auto di nuova generazione”, ha affermato Stefano Aversa, presidente per Europa, Medio Oriente e Africa presso la società di consulenza AlixPartners. Le restrizioni fanno parte di un quadro più ampio di norme volte anche a promuovere i fornitori italiani.
Dramma auto Italia
L’Italia si è impegnata ad aumentare la produzione di automobili nel paese a un milione di veicoli l’anno entro il 2030. La produzione era di 880.000 nel 2023, secondo l’Organizzazione internazionale dei costruttori di veicoli a motore. Ancora nel 2017, quella cifra era di 1,14 milioni, ed è scesa da 1,74 milioni nel 2000. Preistoria, come si evince dal grafico su.