Forse il governo di destra Meloni alzerà le accise sul diesel: obiettivo, allineare le tasse del gasolio (più basse) a quelle della benzina. Così, si ha l’eliminazione dei sussidi ambientalmente dannosi.
L’opposizione di sinistra guidata da Schlein critica la maggioranza, perché piazza le accise più alte sul diesel.
Ma andiamo a leggere il programma della sinistra: eliminazione dei sussidi ambientalmente dannosi (cioè, tra l’altro, l’allineamento dell’accisa sul gasolio a quella sulla benzina). Testualmente, “l’Italia ogni anno spende quasi 22 miliardi di euro in sussidi ambien-
talmente dannosi (Sad). Vanno al più presto eliminati, reinvestendo queste risorse nella conversione ecologica per creare buon lavoro e buona impresa”.
Paradosso pirandelliano
Ricapitolando. La sinistra voleva l’eliminazione dei sussidi con accise più alte sul gasolio. L’esecutivo di sinistra, in passato, puntava proprio a quello. La destra forse realizzerà il progetto. E ora la sinistra critica la destra perché questa realizza il programma irrealizzabile della prima. Quanta ipocrisia appiccicosa.
Sinistra di nuovo al governo: cosa farebbe?
Immaginiamo il crollo del governo di Meloni. E l’ascesa di Schlein. Che fa? Magari ripristina i sussidi ambientalmente dannosi, abbassando le accise sul diesel. Contraddicendo in pieno il proprio programma.
D’altronde, sono tempi anomali. Il sinistroide Partito Popolare Europeo, il famigerato PPE, animato da idee Verdi, ha spinto per la rivoluzione Green e per l’auto elettrica in 10 anni, con accelerazione dal 2019. Specie in Germania. Adesso che si vede davanti il tornado della disoccupazione da morte dell’auto termica, pensa di stoppare il bando alle macchine a benzina e a gasolio nel 2035. Così da salvaguardare le calde poltroncine nei governi locali e a Bruxelles.
Un giorno, prima o poi, la sinistra in Italia e in Europa dovrà dirci che progetti ha per la mobilità e per carburanti, e in generale cosa cavolo vuole fare da grande.