Tutti a caccia dei produttori cinesi, che portano fabbriche, occupazione, indotto, business locale: ora il Messico corteggia BYD. Che punta forte sugli incentivi statali per creare un impianto. Build Your Dreams intanto ha ridotto la sua lista di finalisti per la sede di uno stabilimento: Jorge Vallejo, direttore generale di BYD per il Messico, ha detto alla Reuters che l’azienda stava esaminando le ultime proposte degli Stati candidati all’interno del Paese tra Usa e Centro America.
Offerti “molti vantaggi”, tra cui incentivi fiscali, fondiari, di gestione e di prezzi preferenziali. “Uno stabilimento non riguarda solo lo spazio, ma anche la logistica, tutto lo sviluppo, l’infrastruttura urbana che viene generata, l’acqua, il gas, tutto ciò che è necessario per un sito automobilistico”.
Quali numeri
L’impianto produrrà 150.000 unità nella fase uno e altre 150.000 unità nella fase due, prima di arrivare a produrre tra le 400.000 e le 500.000 unità in pochi anni. Servirà il mercato messicano. L’azienda, con sano pragmatismo machiavellico, ha precedentemente affermato di non essere interessata a un ingresso nel mercato statunitense. Separatamente, Stellantis ha avviato la produzione di veicoli elettrici nel suo impianto nello Stato del Messico.
Gli States non interessano
S’identificherà la sede entro fine 2024. Ma occhio, perché il governo federale del Messico è messo sotto pressione dagli Stati Uniti. La Casa Bianca vuole tenere a distanza le Case cinesi. Lo Stato settentrionale di Nuevo Leon in Messico è un polo automobilistico e la sede di una proposta Tesla: una mega fabbrica della Casa texana. Sarà anche sede di un nuovo stabilimento Volvo. Nel frattempo, lo Stato centrale di Puebla ospita da tempo la produzione di Volkswagen, mentre BMW produce veicoli elettrici nella vicina San Luis Potosi.