Il fisco italiano studia le tasse sull’auto elettrica: tecnici del ministero dell’Economia al lavoro per le giuste accise

Ippolito Visconti Autore News Auto
Attenzione: il fisco italiano studia le tasse sull’auto elettrica: tecnici del ministero dell’Economia al lavoro per le giuste accise.
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Attenzione: il fisco italiano studia le tasse sull’auto elettrica: tecnici del ministero dell’Economia al lavoro per le giuste accise. Per il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, non si tratterà necessariamente di una riduzione del gettito, ma di una sua significativa traslazione, come ha detto intervenendo mercoledì 15 maggio a Verona nel corso dell’evento Automotive dealer day. Cioè? Facile: in futuro meno vetture a benzina e diesel, più macchine a batteria. Quindi, meno incassi di accise da verde e gasolio. Serve compensare con l’erario che aggredisce il veicolo a corrente. Si tassa la ricarica. Servono soldi allo Stato per pagare pensioni, sussidi, costi della politica molto forti. Se i quattrini non arrivano dalla pompa normale, arriveranno dalla colonnina pubblica e dalla wallbox, la stazione privata di casa o del box.

Tecnici del Mef studiano la tassa migliore

Così ora i tecnici esaminano, valutano. Quanto esce dal pieno di benzina e di diesel che non ci sarà più, quanto può entrare dal pieno di elettroni. Accise più Iva, che è la tassa sulla tassa. Senza intervento diretto dello Stato italiano sui prezzi di benzina e diesel, o sul prezzo della corrente, scatta il solito meccanismo: più verde e gasolio costano, o più l’elettricità va alle stelle, più il fisco incassa. Se benzina e gasolio calano in questo periodo, facendo perdere soldi all’erario, il prezzo dell’elettricità sale: questo è molto interessante, i tecnici valutano tutto.

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Giorgetti tranquillizza chi ha l’auto elettrica

Comunque Giorgetti ci tiene a tranquillizzare chi ha l’auto elettrica. Si farà tutto “in considerazione dell’aggiornamento della normativa europea sulla tassazione dei prodotti energetici e dell’obiettivo fissato dal Repower di ridurre i sussidi ambientalmente dannosi”. Inoltre, c’è “la necessità di tenere presente l’evoluzione delle basi imponibili, coerentemente con la trasformazione del sistema economico”. Cambiamenti veloci, che il governo Meloni esamina.

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