Germania devastata dalla crisi Volkswagen, ma la chiusura degli stabilimenti sarebbe una mossa sbagliata da parte del Gruppo, ha affermato il cancelliere tedesco Olaf Scholz. Aggiungendo che la più grande Casa automobilistica europea ha una responsabilità nei confronti dei propri dipendenti (fonte Reuters).
Quattro pasticci epici per l’auto
È il disperato tentativo del cancelliere Scholz di salvare VW e se stesso. La verità è che lui e suoi compari green han combinato tre pasticci epici.
Uno. Nessuna protezione del Green Deal e dell’auto elettrica europea e tedesca: sorta di preda che lo squalo Cina divora.
Due. Blocco dell’acquisto di gas russo per punire Putin. Così, il costo dell’energia per l’industria auto e l’industria pesante tedesca è volato. Con profit warning conseguenti: tagli occupazionali e fabbriche da chiudere. Anche perché il costo del lavoro è altissimo da quelle parti.
Tre. La telefonata di Scholz a Putin. Prima lo isoli, perché sarebbe dalla parte del torto nella contesa contro l’Ucraina sostenuta da Biden, poi lo chiami. Ue costernata, elettori frastornati.
Quattro. Reddito di cittadinanza a tutto spiano. E maggioranza semaforica pur di governare, tirando dentro l’impossibile, con inevitabile dilanio interno sui temi spinosi
Missione ai limiti dell’impossibile
Ora che la sinistra sente sul collo il fiato dell’estrema destra tedesca, Alternative für Deutschland a Berlino, Scholz cerca una soluzione. Si rivolge a VW: non tagliare (forse 30 mila dipendenti), non chiudere (forse tre stabilimenti minimo). Nessun riferimento alla decurtazione del 10% dello stipendio di chi sopravvive.
Ma – come Scholz dice – davvero una top manager, a capo di un’azienda per fare profitti, ha responsabilità verso i dipendenti? Al di là di questioni etiche che valgono zero nel capitalismo e in generale quando c’è il soldo di mezzo, il Ceo ha responsabilità verso gli azionisti. Stessa storia nella vicenda Tavares, ex boss Stellantis.
Quarto incontro
La Volkswagen è in disputa con il personale sui tagli salariali e sulle possibili chiusure degli stabilimenti, volte a contrastare gli elevati costi in Germania e l’ingresso in Europa di concorrenti asiatici molto più economici. Entrambe le parti inizieranno un quarto round di trattative domani, lunedì 9 dicembre 2024. “Decisioni specifiche saranno negoziate tra i proprietari e i rappresentanti dei lavoratori. La mia opinione è chiara: chiudere le sedi non sarebbe la strada giusta da percorrere”, ha detto Scholz al Funke Media Group. “Non sarebbe giusto perché le cattive decisioni di gestione hanno contribuito alla difficile situazione”, ha aggiunto. Questo è vero: ci sono stati errori anche dei Gruppi, dei manager, dei Ceo.
Anche lo Stato della Bassa Sassonia – secondo maggiore azionista della Volkswagen – ha esortato il Gruppo a evitare chiusure di stabilimenti. In questo caso, ha un senso. È un azionista. Intanto, il sindacato IG Metall e la rappresentante Daniela Cavallo non arretrano di un millimetro.