Il cavaliere dell’ideologia green Ue Scholz: no alle multe Ue anti Case auto green

Ippolito Visconti Autore News Auto
Caos politico e istituzionale della Germania allo sbando: Scholz adesso è contro le sanzioni auto.
germania auto

I politici sinistroidi ultra green stanno impazzendo a causa delle loro stesse politiche verdi: adesso, è il turno del cancelliere tedesco Olaf Scholz. Per anni, è stato il cavaliere dell’ideologia anti auto termica, brutta, inquinante. Coi cattivi, i produttori che sporcano con le vetture a benzina e diesel, da multare. La Commissione Ue voluta da Berlino ha puntato su questo. Ora però, con l’industria automotive tedesca in ginocchio, i disoccupati, le tensioni sociali, le poltrone che ballano, ecco lo stesso Scholz contro l’Ue: no alle multe anti Case auto green.

Cosa dice la regola

Nel 2025, l’Ue inasprirà gli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 per i produttori di auto. Per le vetture, le emissioni medie delle auto nuove vendute dovranno scendere sotto i 93,6 g/km, con una riduzione del 19% rispetto ai 116 g/km in vigore nel 2024. I commerciali leggeri vedranno i target scendere da 185 a 154 g/km, con una riduzione del 17%. Il superamento dei limiti di CO2 comporta multe. Che sono calcolate in 95 euro moltiplicati per l’eccesso di g/km di CO2 e per il volume delle immatricolazioni. Per i grandi Gruppi, fanno fra i 15 miliardi e i 18 miliardi di euro di ammende. Da pagare tutte e subito.

Profit warning

Siccome le Case auto non sono enti di beneficenza, ma devono fare utili per soddisfare investitori e azionisti, via ai profit warning. Un allarme orribile: guadagniamo di meno. Come aumentare i profitti? Tagli, licenziamenti, chiusure. Che si traducono in perdita di consenso elettorale. Sia in Germania (con la devastante crisi VW) sia in Ue. Dove la Commissione ancora non c’è, visto che a Bruxelles c’è il dilanio sul conteggio delle poltrone, con una maggioranza risicata che al massimo starebbe in piedi con il nastro adesivo, per crollare al primo venticello tiepido di un parlamentare meno green del previsto.

ig metall

Servono i soldi

Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha affermato lunedì: non dovrebbero esserci multe nell’Unione europea per le Case automobilistiche che non rispettano i limiti di emissione di carbonio. “I soldi devono rimanere nelle aziende per la modernizzazione della propria industria, della propria azienda”. Il ministro dell’Economia Robert Habeck ha detto di essere disponibile a sospendere temporaneamente le multe dovute l’anno prossimo se le Case automobilistiche potessero compensare i loro limiti di CO2 superando i loro obiettivi nel 2026 e nel 2027. “Per quanto riguarda i limiti della flotta, la mia posizione è la seguente: ci atteniamo ai limiti della flotta e siamo pragmatici sulla transizione”, ha detto Habeck dopo un incontro con il ministro dell’Industria italiano Adolfo Urso a Berlino. Questo darebbe alle aziende flessibilità e un incentivo a fare ulteriori progressi nella protezione del clima senza costringerle a pagare 15-18 miliardi di multe.

Doppio boomerang sinistroide

La Germania di Scholz ha commesso due grandi errori: ideologia green per l’auto e immigrazione di massa con reddito di cittadinanza a tutto spiano. Un sacco di denaro. Con le elezioni in vista, sinistra traumatizzata e terrorizzata. Di colpo, ci si dimentica del green, di Madre Natura che piange, di Signora Terra mia che non respira. Si diventa di destra, pur di non perdere consenso. 

Nostalgia canaglia: il gas russo di Putin per il costo dell’energia

E i princìpi, i dogmi? La batteria e l’elettricità che non inquinano? Finiscono dritti dritti nelle urne. Siamo alla vigilia della verifica della fiducia a dicembre 2024 e al voto anticipato per le Politiche il 23 febbraio 2025: Socialisti e Verdi con visioni incompatibili, auto elettrica, contributi e sovvenzioni che fanno venire il mal di testa. Germania a crescita zero, disoccupazione in aumento, la spesa per le politiche sociali spaventosa. Sono il Green Deal, l’elettrificazione, la decarbonizzazione. Perdipiù, la guerra Russia-Ucraina ha fatto venire meno il gas russo a basso costo: energia a prezzi stellari e guai per il settore automotive. Di qui, la telefonata (drammatica sotto il profilo anzitutto politico) di Scholz a Vladimir Putin. Il quale, da leader isolato e perdente che doveva essere, risulta totale vincitore innanzi a un’Ue sempre meno unita e credibile. Ci si dimentica di quando i teutonici sfottevano Trump per il suo no alla transizione ecologica: oggi il costo dell’energia tedesca è più del doppio di quella americana.

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