Dramma auto in Germania e paura in Europa: siccome il mercato è malato, mentre un gigante come Volkswagen resta sotto osservazione (e Stellantis non sprizza salute da tutti i pori), allora Il cancelliere Scholz chiede un vertice al commissario Ue von der Leyen, riferisce Milano Finanza. Subito, a inizio gennaio. Si parlerà sia dei Gruppi automotive sia dell’industria pesante, settore acciaio. Il dramma inizia con il Green Deal 2019 voluto proprio dai tedeschi di sinistra, e le cose peggiorano col no al gas della Russia che fa volare il costo dell’energia.
Un urlo disperato: aiuto
Un Sos, una richiesta di aiuto disperata. Perché – alla vigilia delle elezioni in terra teutonica – si teme il peggio. Ossia multe Ue alle Case per 16 miliardi nel 2025, e chissà quante nel 2026, acquisto di crediti verdi da Tesla, ripercussioni negative per i prezzi delle auto termiche in rialzo e per le elettriche che in Ue non vanno. Bisogna anche vedere se Bruxelles ha perdonato Scholz: nel panico totale per il prezzo del gas e dell’energia, ha telefonato a Putin (parlando di chissà cosa). Dopo che l’Ue ha sanzionato pesantemente il leader russo per aver invaso l’Ucraina. Un atto – quello del cancelliere – che ha sconcertato la sinistra europea.
Cosa dice il cancelliere
La Commissione europea deve ”portare l’Ue ai vertici del mondo in settori chiave” in modo che ”diventi molto più competitiva”, per il politico tedesco. ”Le normative europee necessitano di un equilibrio pragmatico tra la garanzia di posti di lavoro e un’economia forte e competitiva da un lato e gli obiettivi di politica climatica e ambientale dall’altro. Se i progetti pianificati fossero dannosi per la competitività, dovrebbero essere rinviati o addirittura cancellati completamente”. In quanto all’auto, serve “un ulteriore impulso all’acquisto” per aumentare le vendite di veicoli elettrici: urge ”un’iniziativa corrispondente a breve termine”.
Troppa burocrazia
Il cancelliere scrive inoltre che c’è un urgente bisogno di uno slancio europeo congiunto per ridurre i costi burocratici e aumentare la capacità innovativa delle nostre aziende: “Insieme dobbiamo affrontare il compito urgente di ridurre le dipendenze strategiche e rendere l’Ue un leader mondiale”.
Una montagna di soldi stile Piano Marshall?
Ammesso e non concesso che il vertice si tenga, quali soluzioni? A questo punto, con le colonnine elettriche che sono poche in Europa, coi governi che non aiutando domanda e offerta delle Case, la soluzione è una: un Piano Marshall Ue a favore dell’auto. Una montagna di denaro pubblico per dare ossigeno ai Gruppi automotive, tutelando i livelli occupazionali (anche dell’indotto). Si dovrebbe fare ora quello che dal 2019 – colpevolmente – non s’è fatto: combattere la Cina, regina dell’elettrico.
Serve Pechino
In più, i dazi Ue auto elettriche Made in China sono una sciagura per la Germania. Che fa tanto export nel Celeste Impero e teme ritorsioni: anzitutto, sovrattasse di Pechino sulle auto premium BMW, Mercedes e VW. Scholz chiede che i colloqui con la Cina sul ritiro delle tariffe punitive europee sulle auto elettriche cinesi ”siano portati a una conclusione amichevole”. Scholz chiede che i colloqui con la Cina sul ritiro delle tariffe punitive europee sulle auto elettriche cinesi ”siano portati a una conclusione amichevole”. I pessimi rapporti fra Bruxelles e Regno di Mezzo fanno solo male a Berlino. Intanto, la sinistra si avvicina al voto col terrore negli occhi: se perdesse, addio al potere sia in patria sia nell’Ue, con effetto domino sulla Commissione già traballante. Dal Green Deal al Black Nightmare è un attimo.
Il dolce risveglio
Sicché a distanza di sei anni, dopo il Green Deal del 2019, la sinistra tedesca si accorge che non sostenere l’elettrico è follia, la Cina è forte con le sue batterie e la burocrazia Ue è eccessiva. Il dolce risveglio di chi finora ha dormito sonni beati nella speranza di perpetuare il potere con le favole verdi: accortisi che le previsioni di voto sono sfavorevoli, è iniziata la tremarella.