Idea Volkswagen: se le Case auto cinesi investono in Ue, zero dazi sulle elettriche

Ippolito Visconti Autore News Auto
Suggerimento di Volkswagen per Bruxelles al fine di evitare la guerra commerciale.
auto cinese

Arriva dal ceo del Gruppo Volkswagen un’idea per l’Unione europea: se le Case auto cinesi investono nel Vecchio Continente, zero dazi sulle elettriche. Così da evitare la sanguinosa guerra commerciale contro la Cina, che ci vedrebbe soccombere. Oltretutto, VW, BMW e Mercedes verrebbero protette: nessun contro dazio cinese sulle premium tedesche.

“Invece di dazi punitivi, si dovrebbe trattare di un reciproco riconoscimento degli investimenti. Coloro che mettono soldi, creano posti di lavoro e lavorano con le aziende locali dovrebbero trarne vantaggio quando si tratta di tasse”, ha dichiarato Blume al quotidiano domenicale Bild am Sonntag.

Dazi, che sciagura

L’Unione europea andrà avanti con i dazi sui veicoli elettrici fabbricati in Cina, anche dopo che la più grande economia del blocco, la Germania, e le Case automobilistiche tedesche li hanno respinti. Si ha la frattura sulla sua più grande disputa commerciale con Pechino in un decennio.

Battaglia di tasse con escalation

I dazi proposti sui veicoli elettrici costruiti in Cina fino al 45% costerebbero alle aziende auto miliardi di dollari in più per portare le macchine nel blocco Ue per cinque anni. La Commissione, che supervisiona la politica commerciale, ha affermato che avrebbe contrastato quelli che considera sussidi cinesi ingiusti dopo un’indagine anti-sovvenzioni durata un anno. Pechino nega e controbatte: indagine cinese sui sussidi ingiusti dei governi Ue alle aziende. Dazi su suino, liquori, latticini dall’Europa in Cina. Che disastro.

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De Scalzi perentorio

Intanto il governo italiano, eternamente schierato pro Ue, dice sì ai dazi. Ma in Italia qualcuno la prende male. Claudio Descalzi, amministratore delegato di una delle più grandi compagnie petrolifere del mondo, Eni, si scaglia contro i piani europei di ridurre l’inquinamento: “Se facciamo il focus sull’ automotive, che è importante, ci fa anche arrabbiare, perché la questione è insulsa e ridicola”. Ricordiamo che Eni è un Gruppo controllato al 30% dallo Stato. “Non voglio essere anti europeo, ma anche la stupidità uccide e ci sta uccidendo perché dobbiamo subirla sulla base di ideologie ridicole che ci vengono dettate da una minoranza dell’Europa, non una maggioranza, e noi dobbiamo continuare a digerirle e chinare il capo morendo lentamente”.

Cina imbestialita

Il ministero del Commercio cinese ha ribadito forte opposizione al voto dell’Unione europea per imporre tariffe sui veicoli elettrici prodotti in Cina: “Pratiche protezionistiche ingiuste, non conformi e irragionevoli”. In un comunicato, il ministero dice che Pechino ha preso atto della volontà politica dell’Ue di continuare a risolvere la questione attraverso i negoziati. Comunque, un team tecnico Cina-Europa continuerà i colloqui il 7 ottobre. L’ex Celeste Impero adotterà tutte le misure per salvaguardare fermamente gli interessi delle imprese cinesi, ha chiosato il ministero.

Come per i pannelli

Le tariffe Ue vanno dal 7,8% per Tesla al 35,3% per SAIC (MG) e altre aziende che, stando all’accusa Ue, non avrebbero collaborato con l’indagine. Le Case cinesi parlano di spionaggio industriale, con i burocrati europei che volevano mettere il naso nei segreti delle aziende orientali: d’altronde, c’è anche tanta frustrazione nel Vecchio Continente, un senso d’inferiorità politico-economica che porta a barare, ad alterare le regole del gioco, a sporcare la libera concorrenza nel libero mercato. In questo senso, il Partito Comunista Cinese insegna a noi cos’è la libertà nel mercato. Ci spiega che vince il più forte, anche quando il più debole dissemina la strada di chiodi perché le gomme del migliore si buchino Queste tariffe si aggiungono al dazio standard Ue del 10% sulle importazioni di automobili, per giunta.

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Medioevo Ue

La decisione della Commissione europea di andare avanti con i dazi sui veicoli elettrici di fabbricazione cinese minaccia di minare decenni di cooperazione tra Cina e Ue. Mette a repentaglio gli obiettivi sul cambiamento climatico, ha affermato sabato l’agenzia di stampa Xinhua. Come darle torto? La mossa ha rivelato un radicato impulso protezionistico. Tipo Medioevo.

Laurent Ruessmann, partner di RB Legal, che ha difeso l’industria Ue nel caso dei pannelli solari un decennio fa, era scettico sull’efficacia delle misure: “È stato così difficile persino ottenere queste misure. È meglio dei pannelli solari, ma è sufficiente a salvare un’industria? Ne sarei sorpreso”. Oggi, il 90% dei pannelli in Ue è cinese. Sarà così anche per le auto elettriche. Il Vecchio Continente, stordito e stanco, ha stuzzicato l’orgoglio del Dragone, tenace, irresistibile e affamato.

Dazi inutili: la Cina automotive ci distruggerà

Josef Nierling, Ceo di Porsche Consulting Italia al Sole: “Potremo continuare ad alzare i dazi all’infinito, ma in questo momento il gap di competitività e di costi è tale che la Cina potrebbe permettersi politiche di prezzo ancora più vantaggiose e comunque riuscirebbe a permeare i nostri mercati. Nel tempo, le auto cinesi arriveranno, come è arrivata Tesla. Sarebbe meglio spingere su innovazione e competitività. Inoltre, ai dazi sull’auto la Cina risponde mettendo in discussione i latticini, per esempio. L’Europa è troppo dipendente dall’export per permettersi questo scenario. Quello che non dobbiamo fare, anche sul fronte interno, è perdere quote di mercato. La torta dell’automotive non crescerà in maniera enorme, ma è molto importante, perché dietro ci sono tantissimi posti di lavoro. La chiave è l’innovazione”.

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