Ibridi non plug-in, messa al bando dal 2030 in questo paese

Dario Marchetti Autore
La richiesta arriva mentre il governo britannico sta conducendo le consultazioni con gli attori del comparto automobilistico
Motore ibrido

Il governo britannico dovrebbe vietare anche le auto ibride tradizionali, ovvero non plug-in, insieme ai veicoli alimentati a benzina e diesel. A richiederlo è Electric Vehicles UK (EVUK), un importante gruppo di pressione dell’industria dei veicoli elettrici operante nel Regno Unito. Un divieto che, di conseguenza, dovrebbe sfociare nel bando già previsto a carico dei veicoli ICE a partire dal 2030. La motivazione alla base della richiesta è da ravvisare nel fatto che il lassismo istituzionale su questo fronte rappresenterebbe un passo falso catastrofico per il processo di transizione verso un modello di mobilità più sostenibile.

EVUK: consentire la vendita di ibridi non plug-in sarebbe una catastrofe

Electric Vehicles UK non utilizza mezzi termini nel suo attacco contro tutto ciò che non aggrada all’associazione. Tanto da indicare eventuali decisioni contrarie al suo orientamento come un passo falso catastrofico, confermando il fondamentalismo cui si attengono gli esegeti dell’elettrificazione dei trasporti.

Auto ibrida

Occorre sottolineare che la tirata contro gli ibridi non plug-in avviene in un quadro già particolare come quello britannico. Il Dipartimento dei trasporti del Regno Unito, infatti, ha già provveduto ad anticipare il bando nei confronti dei veicoli endotermici dal 2035 (data attualmente indicata dall’Unione Europea) al 2030.

Se è già deciso dal 2035 il divieto nei confronti delle nuove auto non a zero emissioni, oltre Manica è però in corso il dibattito relativo a quali saranno alimentazioni per veicoli disponibili per l’acquisto da parte dei consumatori nell’intervallo di tempo compreso tra il 2030 e la fine del 2034. Un dibattito in cui la posizione di EVUK rischia di calarsi alla stregua del classico detonatore.

Vietare gli ibridi non plug-in insieme ai veicoli ICE: quali i motivi alla base della richiesta?

Le posizioni di Electric Vehicles UK sono state esternate ai media britannici dal suo amministratore delegato, Dan Caesar. Il quale ha affermato di non essere contrario alla disponibilità di PHEV nel quinquennio 2030-2035, aggiungendo però che ibridi tradizionali e leggeri dovrebbero al contrario essere oggetto di divieto non meno dei veicoli alimentati da motori endotermici.

Perché Electric Vehicles UK parla di disastro? Al proposito Caesar ha affermato, nel corso di un’intervista rilasciata al Guardian: “L’inclusione della tecnologia ibrida completa sarebbe un passo falso catastrofico e renderebbe ridicola la politica del governo britannico che vuole ergersi a leader mondiale sui veicoli a zero emissioni. Se i lobbisti convincessero il governo a includere ibridi tradizionali, sarebbe un grande passo indietro. Le conseguenze per la nascente industria dei veicoli elettrici e per la fragile fiducia dei consumatori potrebbero essere profonde. Mantenere la barra dritta e creare certezza sui veicoli elettrici è fondamentale per rivitalizzare un mercato che procede a rilento”.

Naturalmente, da buon lobbista, non meno di quelli concorrenti, il numero uno di EVUK non fa menzione di quello che è ormai a tutti gli effetti il vero freno alla diffusione di auto a emissioni zero, ovvero i prezzi ancora troppo elevati. Una questione che continua a restare ai margini della discussione, assumendo però sempre di più il ruolo del classico convitato di pietra.

Il governo non ha ancora deciso

Ad appoggiare sostanzialmente le posizioni della lobby favorevole agli EV c’è anche un peso massimo dell’automotive britannci. Stiamo parlando di Andy Palmer, ex numero uno di Aston Martin e Nissan, che è del resto un consulente dell’associazione. Secondo lui i full-hybrid rappresentano una soluzione migliore rispetto ai mild-hybrid, ma hanno un sostanziale difetto: utilizzano cioè una tecnologia che risale alla fine degli anni ’90, che sarebbe quindi obsoleta.

Auto ibrida

Lo stesso Palmer ha poi aggiunto una postilla importante. Secondo lui, infatti, rendere obbligatoria la vendita di soli veicoli con una spina, come PHEV ed elettriche, darà una spinta decisiva per quanto riguarda l’espansione dell’infrastruttura per la ricarica all’interno del Paese.

La discussione è comunque destinata a proseguire sin quando il governo non prenderà una decisione definitiva al proposito. Il Dipartimento dei trasporti britannico si trova ancora in mezzo al guado e sta continuando il giro di consultazioni con le diverse anime dell’automotive britannico. Le parole di ognuno degli attori in gioco vanno dunque interpretate alla stregua di uno strumento di pressione sull’esecutivo.

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