I fanboy dell’auto elettrica diffondono fake news per la disinformazione da “effetto gregge”

Ippolito Visconti Autore News Auto
Crolla il castello di carta costruito ad arte dalle lobby dell’auto elettrica nei social.
auto elettrica

Povere lobby dell’auto elettrica: qui crolla tutto. I fanboy del full electric diffondono fake news per la disinformazione da “effetto gregge”: obiettivo, che tutti seguano le loro bugie per la conversione alla macchina a batteria. Ma quelle stesse bugie hanno le gambe corte. Per anni, i furbetti dell’elettrico hanno mischiato vetture a corrente con macchine termiche ibride plug-in: target, mischiare i dati e pompare i numeri. Alla fine, il crollo dell’elettrico in Europa e in Italia, ormai una micro nicchia ridicola destinata a estinguersi, ha fatto calare le braghe ai lobbysti più incalliti. Gli influencer pro elettrico nei social sono sempre più soli: le multinazionali, che hanno capito come va a fine, scappano e non foraggiano più.

L’ultima moda: se non hai un’elettrica, sei stupido e disinformato

Pur di non affogare nella melma dei dati drammatici sull’elettrico, i fanboy delle vetture a corrente si arrampicano sugli specchi con una teoria curiosa: siccome tu non hai un’elettrica, allora sei stupido e disinformato. Sei una pecora che segue il gregge della disinformazione dell’auto termica a benzina o diesel. Se un dinosauro, tu e il tuo naftone con la tua nostalgia per la lira.

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Ideologia sinistra

Interessante questo modo di pensare molto green, iper ecologico. Quindi, analogamente, se io mangio la frutta, chi non la mangia è idiota e disinformato. Se io sono fidanzato, chi non lo è risulta un fesso vittima della disinformazione. Loro ragionano così, in modo molto sinistro. Siccome non ho più i dati per vincere, la butto in caciara: se ami le vetture pratiche e comode a benzina o ibride, sei un poveretto. La stessa ideologia sinistra che ha portato l’Unione europea allo sfacelo: disoccupazione auto e tensioni sociali. Bravi, come siete informati e moderni. In parallelo, vanno a picco le frottole create dagli elettroimbonitori in Internet e nei social: la loro squallida strumentalizzazione di catastrofi ambientali finisce giù in fondo al mare.

Non male pure l’illusione che il bando termico 2035 in Ue risolva i guai del clima della Terra: su quali basi scientifiche? Zero. Su dogmi, ideologie, preconcetti. Questi signori, quando sentono parlare di produzione e smaltimento delle batterie, e di produzione dell’elettricità col carbone, si tappano le orecchie.

Le previsioni di Transport & Environment: ne riparliamo nel 2025

Nel tentativo di rianimare il popolo elettrico, in assenza di numeri attuali confortanti, ecco le 

previsioni di Transport & Environment (T&E, pro elettrico) per il mercato EV del 2025: i veicoli elettrici raggiungeranno una quota di mercato tra il 20% e il 24% in Europa. Su cosa si basa la lettura nella sfera di cristallo? Sul fatto che arriveranno elettriche sotto 25.000 euro.

In realtà, ci sarebbero da fare tre appunti. Uno: dipende anche dall’autonomia della batteria. Due: bisogna vedere il numero di colonnine funzionanti (quelle scollegate non contano). Tre: il consumatore teme la svalutazione delle elettriche. Quattro: da valutare l’efficienza della batteria, la resistenza nel tempo e nei sinistri. Lucien Mathieu, direttore delle auto presso T&E: “Il 2025 sarà un anno fantastico per gli europei nel mercato delle auto elettriche. Le BEV dovrebbero rappresentare quasi un quarto delle auto nuove vendute grazie a un eccesso di nuovi modelli più convenienti”. Quattro: 25.000 euro sono una spesa enorme. Un importo indicato come se fossero 2.500 euro. Non scherziamo. Ne riparliamo nel 2025.

Due chiacchiere coi disoccupati

Per T&E, a luglio, il presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha confermato che l’obiettivo di auto a zero emissioni del blocco sarà portato avanti nel 2035. Il governo tedesco ha respinto la richiesta dell’industria automobilistica di indebolire l’obiettivo del 2025. T&E “sta invitando i legislatori dell’UE e nazionali a fare di più per supportare la domanda di veicoli elettrici con politiche come obiettivi per le flotte aziendali, masterplan di ricarica e programmi di leasing sociale”.

Vedremo anche in questo caso più avanti: opportuno fare due chiacchiere coi disoccupati. Ci penseranno sia il governo tedesco (dopo i tagli VW) sia Bruxelles. Sullo sfondo, l’effetto Cuba per l’Europa: un parco macchine sempre più grosso e inquinante e vecchio, perché non ci sono soldi per comprare elettriche care come il demonio. È il futuro green: caspita, che mondo da sogno.

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