Un potenziale colpo da 3,4 miliardi di euro (3,7 miliardi di dollari USA) dovuto ai nuovi dazi statunitensi sulle auto importate. Secondo Bloomberg Intelligence, le tariffe aggiuntive del 25% di Trump, riscosse dal 3 aprile, potrebbero spazzare via circa un quarto degli utili operativi previsti per Porsche e Mercedes nel 2026. Per compensare l’impatto, i produttori potrebbero dover aumentare i prezzi o spostare una maggiore produzione negli Stati Uniti. Ma così seervono investimenti giganteschi e veloci. Le imposte minacciano di sconvolgere la dipendenza dell’industria automobilistica europea dalle esportazioni verso il redditizio mercato statunitense. Le Case tedesche sono le più a rischio in quanto inviano più veicoli negli Stati Uniti che in qualsiasi altro Paese, compresi molti dei loro modelli con motore a combustione interna ad alto margine come la sportiva Porsche 911 e la berlina Mercedes Classe S.
Dal Green Deal UE ai dazi di Trump: disastro
Giù i tedeschi sono ko per il mercato cinese che rende molto meno a causa dei marchi locali ultra vincenti, poi il Green Deal UE è stato un pasticcio, la diplomazia di Bruxelles nulla ha potuto (magari ha peggiorato le cose) dopo il dialogo con Trump, e adesso i dazi. Il Dialogo Strategico e il Piano Auto del 5 marzo 2025 UE sono una delusione totale. Le azioni Porsche sono scese fino al 5% a Francoforte, con le azioni Mercedes in calo fino al 5,2% e BMW AG in calo del 4,9%. Volkswagen AG, che possiede anche Audi e Lamborghini, è scesa fino al 4,3%, mentre Aston Martin Lagonda Global Holdings plc è crollata dell’8,9% a Londra.

Porsche, triplo attacco
Porsche sta lottando con vendite inferiori in Cina. Il produttore di auto di lusso è cresciuto costantemente negli ultimi 15 anni negli Stati Uniti, che hanno appena superato la Cina come mercato numero uno al mondo. Ma i concessionari negli Stati Uniti dipendono interamente dalle importazioni. Intanto, in Europa le cose non vanno benissimo.
La lobby automobilistica tedesca VDA esorta Bruxelles a negoziare con Washington per un accordo. Ma già in passato questo è stato fatto con risultati zero. Forse, è da riesaminare il peso politico e diplomatico UE negli USA, e con la Russia, e con la Cina. Oltre alle più grandi Case automobilistiche tedesche, le imposte minacciano anche di danneggiare i produttori di componenti tra cui Robert Bosch GmbH e Continental AG.
L’auto ora tema la risposta sbagliata UE
Occhio ai contro dazi UE anti dazi USA: tutti hanno paura dell’escalation della guerra commerciale, con Trump che potrebbe rilanciare come al tavolo da poker. Tutto questo potrebbe danneggiare ulteriormente un settore già alle prese con costi crescenti e domanda debole. Dopo il guaio Green Deal e Piano d’Azione, ci sarebbe il disastro del mancato contenimento della furia di The Donald. Va detto, tuttavia, che in passato i Gruppi auto e i CEO delle Case europee – innanzi al tutto verde del 2019 e al ban termico 2035 imposto da Bruxelles – non si sono fatti sentire granché. Oggi, col flop elettrico, la Cina che divora l’Europa controllando la filiera elettrica e l’ascesa di Trump che mantiene le promesse fatte in campagna elettorale (non si capisce lo stupore dei politici UE), l’auto europea è in balìa di mille venti.