2022-azure-blue-911-gts-america-004-dsc07040jpeg 2022-azure-blue-911-gts-america-004-dsc07040jpeg

I dazi USA sono un brutto colpo per Porsche e Mercedes: quanti miliardi e perché

Porsche AG e Mercedes-Benz Group AG saranno le più colpite dai dazi del presidente degli Stati Uniti Donald Trump.

Un potenziale colpo da 3,4 miliardi di euro (3,7 miliardi di dollari USA) dovuto ai nuovi dazi statunitensi sulle auto importate. Secondo Bloomberg Intelligence, le tariffe aggiuntive del 25% di Trump, riscosse dal 3 aprile, potrebbero spazzare via circa un quarto degli utili operativi previsti per Porsche e Mercedes nel 2026. Per compensare l’impatto, i produttori potrebbero dover aumentare i prezzi o spostare una maggiore produzione negli Stati Uniti. Ma così seervono investimenti giganteschi e veloci. Le imposte minacciano di sconvolgere la dipendenza dell’industria automobilistica europea dalle esportazioni verso il redditizio mercato statunitense. Le Case tedesche sono le più a rischio in quanto inviano più veicoli negli Stati Uniti che in qualsiasi altro Paese, compresi molti dei loro modelli con motore a combustione interna ad alto margine come la sportiva Porsche 911 e la berlina Mercedes Classe S.

Advertisement

Dal Green Deal UE ai dazi di Trump: disastro

Giù i tedeschi sono ko per il mercato cinese che rende molto meno a causa dei marchi locali ultra vincenti, poi il Green Deal UE è stato un pasticcio, la diplomazia di Bruxelles nulla ha potuto (magari ha peggiorato le cose) dopo il dialogo con Trump, e adesso i dazi. Il Dialogo Strategico e il Piano Auto del 5 marzo 2025 UE sono una delusione totale. Le azioni Porsche sono scese fino al 5% a Francoforte, con le azioni Mercedes in calo fino al 5,2% e BMW AG in calo del 4,9%. Volkswagen AG, che possiede anche Audi e Lamborghini, è scesa fino al 4,3%, mentre Aston Martin Lagonda Global Holdings plc è crollata dell’8,9% a Londra.

Porsche

Porsche, triplo attacco

Advertisement

Porsche sta lottando con vendite inferiori in Cina. Il produttore di auto di lusso è cresciuto costantemente negli ultimi 15 anni negli Stati Uniti, che hanno appena superato la Cina come mercato numero uno al mondo. Ma i concessionari negli Stati Uniti dipendono interamente dalle importazioni. Intanto, in Europa le cose non vanno benissimo.

La lobby automobilistica tedesca VDA esorta Bruxelles a negoziare con Washington per un accordo. Ma già in passato questo è stato fatto con risultati zero. Forse, è da riesaminare il peso politico e diplomatico UE negli USA, e con la Russia, e con la Cina. Oltre alle più grandi Case automobilistiche tedesche, le imposte minacciano anche di danneggiare i produttori di componenti tra cui Robert Bosch GmbH e Continental AG.

L’auto ora tema la risposta sbagliata UE

Occhio ai contro dazi UE anti dazi USA: tutti hanno paura dell’escalation della guerra commerciale, con Trump che potrebbe rilanciare come al tavolo da poker. Tutto questo potrebbe danneggiare ulteriormente un settore già alle prese con costi crescenti e domanda debole. Dopo il guaio Green Deal e Piano d’Azione, ci sarebbe il disastro del mancato contenimento della furia di The Donald. Va detto, tuttavia, che in passato i Gruppi auto e i CEO delle Case europee – innanzi al tutto verde del 2019 e al ban termico 2035 imposto da Bruxelles – non si sono fatti sentire granché. Oggi, col flop elettrico, la Cina che divora l’Europa controllando la filiera elettrica e l’ascesa di Trump che mantiene le promesse fatte in campagna elettorale (non si capisce lo stupore dei politici UE), l’auto europea è in balìa di mille venti.