Combustibili o fonti di energia che sostituiscono le fonti di petrolio fossile nell’approvvigionamento energetico dei trasporti: ecco cosa sono i carburanti alternativi auto secondo l’Unione europea, come illustra il report Competitività Draghi. Hanno il potenziale per contribuire alla decarbonizzazione migliorando le prestazioni ambientali.
Uno: biodiesel
Carburante rinnovabile non idrocarburico prodotto da oli vegetali o grassi animali. Riduce le emissioni di gas a effetto serra nel ciclo di vita: la CO2 derivante dalla combustione è in parte compensata da quella assorbita dalla coltivazione delle materie prime utilizzate per la sua produzione. È miscelato con il gasolio per essere utilizzato nei veicoli diesel. Il pieno lo si fa alle stesse pompe del gasolio, senza problemi. L’Italia spinge in Ue – aggiungiamo noi – affinché il biodiesel trovi spazio, ma a quanto pare le nostre richieste vengono ignorate.
![La mobilità ha infinite sfaccettature possibili nel Vecchio Continente in futuro.](https://www.motorisumotori.it/wp-content/uploads/2025/02/carburanti-alternativi-auto-2-1280x724.jpg)
Due: diesel sintetico rinnovabile
Carburante ricavato da grassi e oli (biomassa). Dopo la lavorazione, diviene chimicamente uguale al gasolio da petrolio: c’è una riduzione delle emissioni di CO2 e NOX. Ok come carburante sostitutivo o in miscela con qualsiasi quantità di gasolio da petrolio per le auto diesel. Anche questo, dalle comuni pompe.
Tre: etanolo
Carburante rinnovabile da diverse materie prime: mais e cellulosa. Emissioni CO2 rilasciate dalla combustione compensate in parte da CO2 catturata dalla coltivazione delle materie prime. Per auto a benzina con la stessa infrastruttura di distribuzione, in genere.
Quattro: elettrocarburanti (e-fuel) amati dalla Germania
Sono i carburanti sintetici che – a nostro avviso – Berlino vuole imporre nell’Ue, la quale ha già detto sì. Si tratta di idrocarburi prodotti da idrogeno e CO2. Quest’ultima può essere ricavata dalla cattura del carbonio o dalla biomassa. Si fa il pieno normale di e-fuel alle classiche pompe. Ad alta intensità energetica, ma meno efficiente rispetto all’uso diretto dell’elettricità per le auto. Il problema? La biomassa disponibile e i terreni necessari per le colture destinate alla produzione.
Cinque: biogas
Il gas naturale rinnovabile riduce le emissioni di metano nell’atmosfera, mentre la combustione di gas naturale fa calare le emissioni di CO2 rispetto alla benzina. Il limite: necessaria un’infrastruttura di rifornimento separata.
Sei: GPL
Gas (propano e butano), sottoprodotto della lavorazione del gas naturale e della raffinazione del petrolio greggio. Riduce alcuni inquinanti atmosferici nocivi e le emissioni di gas a effetto serra. Serve un’infrastruttura di rifornimento separata, presente nell’Ue con una rete di oltre 46.000 stazioni di rifornimento e 15 milioni di veicoli alimentati a propano. In Italia, va fortissimo negli ultimi mesi. Fra le auto che piacciono, segnaliamo la più venduta in Europa nel 2024, ossia la Dacia Sandero a GPL.
Sette: idrogeno
Non rilascia emissioni di gas a effetto serra dalla combustione. La sua combustione in una cella a combustibile produce energia elettrica utilizzata per alimentare un motore elettrico. Servono alta pressione, basse temperature o processi chimici per uno stoccaggio compatto. Si fa il pieno in infrastrutture a parte. Le emissioni di gas a effetto serra durante il ciclo di vita dipendono dall’energia utilizzata per la produzione di idrogeno. Comunque, l’efficienza energetica è sotto l’elettrico. Si parla di possibile exploit dell’idrogeno ormai da 30 anni, senza che questo avvenga. Fra i consumatori, pesa una certa diffidenza.
Dialogo strategico Ue: carburanti alternativi, la partita è aperta
Col Dialogo strategico sul futuro dell’automotive lanciato il 30 gennaio 2025, la Commissione europea intende rivoluzionare il settore auto e capire bene quale futuro possano avere benzina e diesel, nonché l’elettrico. Prima, come spiega Andrea Cardinali (direttore generale Unrae Case estere in Italia), intervengono 4 Commissari su 4 aree tematiche: Clean Transition, Industrial Value Chain, Technological and Digital Innovation, Skills and Social considerations. Grosso modo, 22 i soggetti in gioco da ascoltare, fra cui Acea auto, Clepa indotto auto (50 mila licenziati di recente), 8 costruttori e 5 componentisti che comunque già sono dentro le due associazioni citate. L’organizzazione ambientalista (T&E), BEUC consumatori, sindacati (ETF e IndustriAll European). E la ChargeUp Europe con due operatori. Poi, sempreché si arrivi a un accordo, il Piano d’azione il 5 marzo 2025: è la promessa. Un Commissario numero 5 lo propone. Quindi, il Trilogo con Parlamento e Consiglio Eu. Serve il dibattimento, l’aggiustamento coi mille gruppi di potere trasversali (lobby perfettamente lecite). Nel mentre, l’Ue lancerà il Competitiveness Compass, gettando le basi del futuro per le relazioni col resto del pianeta.
Carburanti alternativi e mille altri elementi
In discussione: auto elettrica, termica, con carburanti alternativi, aliquote IVA differenti per Paese, accise sui carburanti, oneri sull’energia elettrica, detraibilità e deducibilità sulle auto aziendali, tassazione sul fringe benefit. Più i costi – è presumibile – per fare quelle vetture, per costruire le infrastrutture, per individuare il risparmio in termini di CO2. Restiamo in fiduciosa attesa.