Che Tesla goda di simpatie o meno, un dato di fatto permane: la Casa texana ha “illuminato la via” ai marchi tradizionali come Hyundai. Fondata quando le auto elettriche venivano considerate una “strana invenzione”, la compagnia di Elon Musk ha tagliato tanti traguardi importanti. E lo fa ancora oggi, attraverso varie tecnologie evolute. Tra le ultime degne di particolare rilievo, figurano le Giga Press. Si tratta di un metodo alternativo, in grado di snellire la realizzazione delle scocche. Mediante dimensioni e potenze inaudite, è possibile ottimizzare sia il tempo che le spese.
Hyundai: così le nuove uscite costeranno meno
Dei vantaggi se ne è capacitata pure Hyundai che adesso cerca di seguirne le orme. In veste ufficiale ha comunicato di avere intenzione di puntare sulla metodologia “hypercasting” presso i rispettivi stabilimenti, la stessa alla base dell’attività di Tesla. Chi lo scrive è una testata locale, Hankyung, di solito parecchio informata sui fatti delle Case sudcoreane. Sebbene un’uscita allo scoperto del produttore in prima persona aiuterebbe a spazzare via i dubbi, le voci riportate sono molto probabilmente vere. Il report illustra sia la tecnica nei minimi dettagli sia i vantaggi a essa associati, determinanti nella scelta assunta dalla società.
In stampi di fusione, Hyundai immetterà una lega di alluminio, che raffredderà all’interno, così da formare parte del telaio dei propri modelli. Di sicuro, un’idea innovativa bolle in pentola: lo segnala il deposito, risalente allo scorso 21 agosto, di un brevetto nel competente ufficio statunitense sotto il nome di Hypercasting.
A un non addetto ai lavori sarà forse complicato capire la portata. Detto in poche parole, si riduce in misura drastica la quantità di pezzi da fabbricare poiché i lavori avvengono su stampi di grandi dimensioni. Ne deriva un risparmio in tempo di tempo, nonché delle operazioni di saldatura e di assemblaggio. In un sol colpo verrebbe accorpato l’intero processo. E viene a crearsi un circolo virtuoso, incentrato sull’efficienza.
Attualmente Hyundai sta edificando un centro di fusione e stampaggio, con la conclusione in programma nel 2026. La strategia si profila interessante perché evita di dipendere da parti terze. Diverse compagnie hanno preferito commissionare i lavori ad aziende specializzate, in modo da acquistare macchinari già fatti e finiti. Di esempi ce ne sono a bizzeffe, basti citare i casi di Volvo o della sopra menzionata Tesla. Dal canto suo, Hyundai Motor conta esclusivamente su sé stessa. La stessa politica potrebbe altresì riguardare la consociata Kia.