Comprano i crediti verdi e non pagano miliardi di euro totali di multe UE per sforamento delle emissioni: Honda e Suzuki hanno comunicato agli uffici della Commissione Europea la decisione di aderire al raggruppamento composto da una ventina di realtà del settore automobilistico. È un maxi pool per le emissioni gestito da Tesla. La Casa di Musk è il manager: dentro ci sono Toyota, Ford, Mazda, Subaru, Stellantis, Honda e Suzuki, per un totale di venti membri.
Compri e sei in regola
Si tratta di acquistare crediti di carbonio dalle case auto che hanno medie inferiori ai target UE. In questo modo è possibile abbassare le proprie medie emissive. Pare che Mercedes, Volvo e Smart graviterebbero attorno a Polestar, che svedese ma di proprietà della cinese Geely.

Un mare di soldi a Musk e ai cinesi
Il pool, valido per il 2025, risulta ancora aperto e pertanto: può esserci l’adesione di altri costruttori. Il meccanismo del pooling è uno degli strumenti previsti dai regolamenti comunitari sugli standard emissivi: permette alle Case automobilistiche di unire le proprie flotte. Chi inquina troppo con chi inquina zero. Chi è in debito CO2 con chi è in credito. I primi evitano il pagamento delle multe relative a eventuali sforamenti dei limiti di CO2 e oggi quantificate in 16 miliardi di euro. “Colpaccio” UE le cui Case danno un mare di soldi a Musk e ai cinesi. Ossia ai rivali. Paradosso pazzesco.
Perché queste scelta UE?
Auto e i veicoli commerciali leggeri sono rispettivamente responsabili di circa il 16% e il 3% delle emissioni totali di anidride carbonica (CO2), il principale gas serra che causa il cambiamento climatico. Per contribuire a ridurre le emissioni, il regolamento europeo stabilisce gli standard di prestazione delle emissioni di CO2 per i nuovi mezzi. In passato, con obiettivi più severi sulle emissioni di CO2 in vigore dal 2020, le emissioni medie di CO2 di tutte le nuove autovetture immatricolate in Europa sono diminuite del 27% tra il 2019 e il 2022, mentre le emissioni medie dei nuovi furgoni sono diminuite del 10%. Il 19 aprile 2023, il Parlamento europeo e il Consiglio hanno modificato il regolamento per rafforzare gli standard di prestazione in materia di emissioni di CO2 per i veicoli e allinearli all’ambizione dell’UE di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Questa modifica ha rafforzato gli obiettivi di emissione applicabili dal 2030 e ha fissato un obiettivo di riduzione delle emissioni del 100% sia per le auto che per i furgoni a partire dal 2035: solo elettriche. Ossia target del Green Deal.
Traguardi intermedi
Secondo l’UE, questo contribuirà a raggiungere almeno il 55% di riduzione netta delle emissioni di gas serra entro il 2030 rispetto al 1990, nonché a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, in linea con la legge europea sul clima. E stimolerà l’innovazione nelle tecnologie a zero emissioni, rafforzando la leadership tecnologica dell’UE nella catena del valore dell’automotive a beneficio l’occupazione. In realtà, col pooling, ci sono tantissimi quattrini a Elon Musk (che se la ride) e a Pechino (che aspetta a braccia conserte di vincere).
Tre punti chiave
- Automobili: 93,6 g CO2/km (2025-2029) e 49,5 g CO2/km (2030-2034)
- Furgoni: 153,9 g CO2/km (2025-2029) e 90,6 g CO2/km (2030-2034)
- Dal 2035 in poi, l’obiettivo di emissione di CO2 per l’intera flotta UE sia per le auto che per i furgoni è di 0 g CO2/km, corrispondente a una riduzione del 100%.
Mega multe
Gli obiettivi annuali di emissione specifica di ciascun produttore si basano su questi obiettivi per l’intera flotta UE, tenendo conto della massa media dei suoi nuovi veicoli immatricolati. Dal 2021, tali obiettivi specifici di emissione si basano sul WLTP. Se le emissioni medie di CO2 della flotta di un produttore superano il suo obiettivo di emissione specifico in un dato anno, il produttore deve pagare, per ciascuno dei suoi nuovi veicoli immatricolati in quell’anno, un premio per le emissioni in eccesso di 95 € per g/km di superamento dell’obiettivo. Siamo a 16 miliardi di euro: non si sa questi soldi dove finiscano.
I produttori possono agire congiuntamente per raggiungere il loro obiettivo di emissioni. Quando formano un pool, i produttori devono rispettare le norme del diritto della concorrenza. Il pooling tra produttori di auto e furgoni non è possibile.
Un produttore di “piccoli volumi” (responsabile di meno di 10.000 auto nuove o meno di 22.000 furgoni nuovi immatricolati all’anno) può proporre il proprio obiettivo di deroga, in base ai criteri stabiliti nell’articolo 10 del regolamento. Un produttore di automobili “di nicchia” (responsabile di un numero di auto nuove immatricolate tra 10.000 e 300.000 all’anno) può richiedere una deroga per gli anni fino al 2028, incluso.