Fra i numerosi e pesanti boomerang in faccia al cittadino dovuti ai dazi Ue contro le auto elettriche cinesi, c’è quello per l’italiano che ha prenotato in concessionaria la vettura cinese prima dei dazi. All’epoca, costava per esempio 20 mila euro. Il venditore ha fatto l’ordine. Il 4 luglio 2024, sono arrivate le tariffe di Bruxelles contro Pechino. Se la macchina verrà esportata dalla Cina in Italia dal 5 luglio, allora scatta il dazio. Così il veicolo costa molto di più. Quanto di più? Dipende dalla Casa cinese: a ognuna l’Ue ha riservato un extra dazio differente, che si somma alla tariffa previgente. Diciamo attorno a 30 mila euro. Ossia 10 mila euro in più. L’Unione europea ti rifila una fregatura: pagherai molto di più.
Non solo. Hai scelto la cinese a 20 mila. Non la vuoi a 30 mila. Valuti altre auto occidentali che, a parità di caratteristiche, costano 30 mila o 35 mila. Ecco perché avevi puntato sulla macchina del Dragone. Quindi sei in un vicolo cieco: l’Ue prima ti ha detto di comprare elettrico, poi ti fa pagare le vetture a batteria carissime come il demonio sulla Terra. Allora, ci sarebbe la termica a benzina o diesel nuova usata, che è proprio l’auto contro cui l’Ue si è battuta, con le amministrazioni locali che la osteggiano. Non si capisce più niente: è caos totale.
L’urlo di dolore di Federauto
Massimo Artusi, presidente di Federauto, l’associazione delle concessionari nazionali in Italia ha detto, testuale:
1) “Ed ecco quindi che si cerca di correre ai ripari con dazi aggiuntivi che non tengono conto, ahinoi, degli investimenti già effettuati dai concessionari italiani.
2) Come ci dovremo comportare con le auto vendute in attesa di consegna?
3) Cosa diremo ai nostri clienti che hanno ordinato a un prezzo ancora senza dazio?”
La differenza fra ordine e arrivo
Ballano 10 mila euro fra il prezzo di ordine e il prezzo di arrivo. Morale: strappate il contratto di acquisto, se non vi sta bene. È un vostro diritto di legge, da Codice del consumo: ci mancherebbe, il patto riguardava la macchina per 20 mila, non per 30 mila.
Sia chiaro: il venditore non c’entra proprio nulla. Subisce le decisioni dell’Ue e non può scavalcarle. Anche se il contratto dell’ordine parlava di 20 mila euro. Concessionaria innocente, sia il titolare sia l’addetto. È vittima, esattamente come voi, e come tutti gli italiani. Volendo, potreste andare a bussare a Bruxelles per chiedere spiegazioni: difficile però trovare audizione, in quanto lì saranno presi a fare le norme Ue sui tappi appiccicati alle bottiglie di plastica e sulla circonferenza legale delle cozze.