Guerra dell’auto elettrica anti Cina: 6 battaglie, ma serve umiltà

Ippolito Visconti Autore News Auto
L’Ue ha imposto dazi provvisori sull’auto elettrica cinese, Pechino risponde con contro dazi di varia natura
dazi auto

L’Ue ha imposto dazi provvisori sull’auto elettrica cinese, Pechino risponde con contro dazi di varia natura: l’ondata di misure protezionistiche sta creando un nuovo Medio Evo economico e sociale. Che riguarda direttamente consumatori e aziende. A farne le spese, come in ogni guerra, i più deboli, ossia gli europei.

Le 6 battaglie sull’auto elettrica

1) Dazi e contro dazi modificano i piani aziendali portando alla realizzazione di impianti produttivi nei mercati di destinazione, dando vita al fenomeno del back shoring. Ieri, la Casa auto occidentale apriva fabbriche in Cina, delocalizzava. Per pagare meno la manodopera e avere meno vincoli e lacciuoli di varia natura. Oggi, l’Ue penalizza chi pensa così: Audi (VW), BMW e Mercedes. Come se fossero cinesi: se producono nel Paese del Dragone e vendono inb Ue, allora pagano dazi Ue. Domani, quelle stesse Case e altre aziende penseranno alla retromarcia: si torna in Ue per non pagare dazio. Dall’off shoring al back shoring. Questo vale anche per le fabbriche europee in India e Vietnam. La Commissione europea sta valutando una riduzione delle tariffe per questi produttori, ma non un’eliminazione dell’extra tassa.

2) Ieri, c’era un fronte geopolitico: Ue contro Russia. Perché il mondo occidentale è dalla parte dell’Ucraina, per mille ragioni socioeconomiche e politiche, anzitutto perché gli Usa fanno da traino contro Putin. Domani, per via dell’auto elettrica, ecco un secondo fronte contemporaneo: Ue contro Cina. Dovremo combattere su due fronti allo stesso tempo. Chissà se avremo forze, energie, capacità, risorse per farlo. Si tenga presente che il 40% del nostro Pil deriva da esportazioni e che la Cina rappresenta, per l’economia italiana, il secondo Paese extra europeo di destinazione dell’export, subito dopo gli Stati Uniti. 

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Vanno imitati, non ostacolati: ci sono superiori

3) Manca umiltà. In generale, si pensa ai sussidi di Pechino alle Case cinesi. Non si riconosce che gli orientali ci sono tecnologicamente superiori nell’auto elettrica da otto anni. Qualche costruttore Ue timidamente sta partendo a produrre la sua prima generazione di batterie: la cinese CATL è alla quinta generazione. Per i cinesi poi la raffinazione dei materiali rari è low cost. Da rimorchio, la nazione della Grande Muraglia è divenuta traino. Ci innervosiamo e rispondiamo coi dazi sull’onda emotiva: errore.

4) Siamo convinti che la Cina verrà a produrre in Europa grazie ai dazi: altro errore, lo avrebbe fatto comunque con vari Cavalli di Troia

5) L’Italia è quella che sbaglia di più. Desideriamo essere terra di assemblaggio per la Cina. Invece possiamo essere molto di più: i nostri distretti di fornitura della componentistica sono rappresentano un patrimonio di tecnologia e creatività che altre nazioni neppure sognano di notte. 

6) Dimentichiamo, specie in Italia, l’energia eolica. Che ha potenzialità immense. L’eolico fornisce circa il 5% della produzione elettrica mondiale, un dato che è quasi raddoppiato nel corso degli ultimi 10 anni. 

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