La proposta di Pechino era: zero dazi Ue sulle auto elettriche cinesi, ci impegniamo a fissare un prezzo minimo. Così non facciamo paura coi nostri prezzi ultra competitivi. Era un’idea per la pace e la cooperazione. Ma Bruxelles vuole fare la guerra commerciale contro la Cina: no al prezzo minimo elettrico proposto da Pechino. La Commissione ha rifiutato di fornire dettagli sulle ultime offerte, ma ha affermato di averle esaminate attentamente per verificare se rispettassero le norme anti-sovvenzioni dell’Organizzazione mondiale del commercio e dell’Ue (fonte Automotive News). “La nostra revisione (degli extra dazi) si è concentrata sul fatto che le offerte avrebbero eliminato gli effetti dannosi delle sovvenzioni e potessero essere monitorate e applicate in modo efficace. Nessuna delle offerte soddisfaceva questi requisiti”.
Ue aperta alla pace o alla resa della Cina?
Almeno a parole, l’Unione rimane aperta a una soluzione negoziata. Con un ma. Deve rispettare pienamente le norme dell’Organizzazione del commercio e “porre rimedio completamente agli effetti dannosi delle sovvenzioni identificate”. A dire il vero, sono condizioni di pace strane. Paiono condizioni di resa. Un atteggiamento anomalo dell’Ue, perché qui il più forte è il Dragone. Che farà fuoco nella guerra commerciale facendoci davvero del male: dazi su prodotti a non finire che arrivano dal Vecchio Continente. E una disgrazia per le supercar tedesche vendute oltre la Grande Muraglia. Questo è un bluff di un giocatore inesperto al tavolo da poker come il burocrate medio Ue, che verrà strapazzato dal cinese.
Da votare
Il capo del commercio dell’Ue Valdis Dombrovskis incontrerà il ministro del commercio cinese Wang Wentao giovedì prossimo. La Commissione è sul punto di proporre tariffe definitive fino al 35,3 percento sui veicoli elettrici costruiti in Cina, in aggiunta al dazio standard Ue del 10 percento sulle importazioni di auto. Le tariffe definitive proposte saranno soggette a voto da parte dei 27 membri dell’UE. Saranno implementate entro la fine di ottobre, a meno che una maggioranza qualificata di 15 membri UE che rappresentino il 65 percento della popolazione Ue dica no. Affinché il no vinca, la Cina fa pressione sulla Germania, tuttora leader incontrastato in Europa, coi suoi Verdi che hanno spinto per il bando termico 2035. Paradossale: Berlino si è strangolata da sé in campo automotive, e ora deve cercare di uscirne da sola persuadendo i Paesi che aveva convinto a votare a favore del tutto elettrico. Situazione pirandelliana.