Chi l’ha detto che Stoccolma è gelida? Per Tesla in Svezia la situazione è bollente. Grossi guai per la Casa texana di Musk, perché adesso alcuni fra i più grandi sindacati del Paese scandinavo si gettano nella mischia, come riporta la Reuters. Sono dolori per il pirotecnico Elon, già alle prese con le noie in Germania. Il CEO di origini sudafricane si rifiuta di firmare un accordo di contrattazione collettiva: niente sindacati, zero vincoli, massima libertà per fare l’imprenditore e vincere. Ma quali patti con l’intera forza lavoro? Musk è abituato ad assumere e licenziare in due secondi: vedi Supercharger. Prosegue quindi lo sciopero dei meccanici di Tesla in Svezia: o contrattazione collettiva, o qui si ferma tutto. Addio sogni di gloria, leadership nelle vendite Ue e mondiali.
Tesla in Svezia, che caos
Il cuore della disputa, lunghissima ed estenuante, è il no di Musk a firmare un accordo di contrattazione collettiva che consenta al sindacato di stipulare patti per tutti. Contro Elon, una donna agguerrita: lo sciopero è in corso. Segnali in vista per la pace? Zero. Nessun accordo a breve, ha affermato Marie Nilsson, direttrice di IF Metall. Nella mischia, dodici sindacati. Più Unionem: “È di fondamentale importanza proteggere il nostro sistema di contratto collettivo”, dice Martin Wastfeldt, responsabile delle trattative dell’Unionen, sigla dei colletti bianchi che conta circa 700.000 dipendenti. Non solo una questione Tesla, ma una vertenza pilota per il futuro: nessuno si azzardi a fare quello che vuole, questo il messaggio dei rappresentanti dei lavoratori. Martedì l’Unionen ha paralizzato Tesla presso Dekra Industrial, che effettua ispezioni. Se solo Tesla si azzarderà ad aggirare il blocco rivolgendosi ad altri fornitori, il contrasto diverrà ancora più aspro.
Tesla si difende: condizioni buone dei dipendenti
Per Tesla, i suoi dipendenti svedesi godono di condizioni buone, se non migliori, di quelle che il sindacato chiede. C’è in gioco anche l’immagine della Casa a livello mondiale. La faccia. Consentire alle aziende legate alla transizione verde e digitale di operare in Svezia senza contratti collettivi minerebbe i sindacati. Da dicembre, i lavoratori portuali nordici hanno bloccato le consegne di Tesla via nave. Il dissidio potrebbe durare mesi o addirittura anni. Ed estendersi in altre parti d’Europa o del mondo.