Le notizie che arrivano dalla Gran Bretagna sembrano prefigurare un futuro lacrime e sangue per le case automobilistiche che intendono presidiare il mercato dell’isola. Se, infatti, l’Europa ha approvato lo stop alla vendita di veicoli a benzina e diesel dal 2035, il governo di Londra aveva a sua volta deciso di anticipare i tempi di un quinquennio. La scadenza del 2030, però, era stata immediatamente indicata dalle case alla stregua di un vero e proprio spettro. Molte di loro, infatti, si trovano in palese difficoltà di fronte all’esigenza di rispettare normative troppo stringenti, ad esempio quella dell’Unione Europea sulle emissioni in vista del 2025. Alcune, a partire da Stellantis, hanno addirittura deciso di stoppare la vendita di veicoli termici per non sforare i limiti indicati o cercare perlomeno di non farlo troppo. Un problema che si presenta anche in Gran Bretagna, dopo la decisione presa dal nuovo premier, il laburista Keir Starmer.
Gran Bretagna, confermato il bando ai motori endotermici dal 2030
L’esecutivo britannico guidato da Keir Starmer ha appena confermato che anticiperà al 2030 il divieto di vendere auto alimentate a benzina o diesel. Se la notizia era nell’aria, ora è arrivata la conferma da parte dello stesso inquilino di Downing Street. Una notizia che era molto temuta dalle case automobilistiche, per comprensibili motivi.
Le aziende del settore, infatti, messe all’erta da un calo sempre più consistente della domanda di veicoli elettrici lungo il vecchio continente, stanno chiedendo più tempo per potersi adeguare al trend. Non solo all’Unione Europea, ma anche alla Gran Bretagna.
Se nel caso di Bruxelles le loro richieste avevano trovato accoglienza fredda, del tutto prevedibile alla luce di un approccio fondamentalista alla questione da parte di Von der Leyen e soci, nell’isola al contrario il predecessore di Starmer, il conservatore Rishi Sunak, aveva evidenziato maggiore benevolenza verso tale richiesta. Tanto da mettere in discussione l’anticipo al 2030 del bando ai motori endotermici.
Lo stesso Sunak, però, ormai totalmente inviso all’opinione pubblica del suo Paese, è andato incontro ad una sconfitta assolutamente disastrosa alle ultime politiche. Lasciando il posto ad un successore che ha deciso di confermare senza indugio la decisione presa da Boris Johnson nel 2020.
La Gran Bretagna conferma la stangata del mandato ZEV
Occorre a questo punto sottolineare un altro punto molto importante, della questione. La Gran Bretagna, infatti, per favorire un’accelerazione verso la mobilità sostenibile, ha messo in campo un suo strumento, il mandato ZEV. Il quale prevede che la percentuale delle auto elettriche nuove vendute sia sempre più alta, con l’obiettivo di conseguire il 100% entro il 2030. E all’interno di questo provvedimento, sono previste multe salate, tali da far saltare letteralmente il banco per i marchi non in regola.
Le sanzioni che sono state prefigurate all’interno del mandato ZEV, arrivano fino a 15mila sterline per ogni veicolo in eccesso. Una penalizzazione cui fa da contraltare un beneficio per i costruttori in regola, che possono rivendere un’indennità a quelli in difetto, sempre a 15mila sterline per esemplare. Resta da capire se quest’ultima parte del provvedimento non si tradurrà in una sorta di mercato delle vacche, ma il messaggio lanciato dalla Gran Bretagna è molto preciso: guerra ai motori endotermici e porte spalancate alle auto elettriche.
Di fronte ad un combinato disposto di questo genere, l’industria automobilistica ha pensato di ovviare chiedendo al governo il ripristino degli incentivi per l’acquisto di auto elettriche, che erano stati cassati dall’amministrazione Sunak. Al momento, però, in UK non si profilano all’orizzonte agevolazioni statali di alcun tipo. Quindi le case devono arrangiarsi e cercare soluzioni adeguate al mercato di cui spesso parlano, pensando al contrario ad attingere alle casse pubbliche. Uno statalismo d’accatto che non sembra essere gradito dal potere politico britannico.