In Germania, il governo vuole varare iniziative a favore delle Case automobilistiche, così da affrontare la crisi dell’auto elettrica. Nessuno vuole il full electric, ormai detestato per prezzi e scomodità: solo i vecchi incentivi tedeschi hanno dato una spinta in passato. Ora, il Gruppo Volkswagen rischia di chiudere due o tre impianti e prepara tagli forza lavoro per 15.000 o addirittura 30.000 persone. Il ministro dell’Economia Robert Habeck lunedì discuterà dei problemi del settore con alcuni dirigenti delle aziende locali. È intervenuto sull’argomento durante una visita allo stabilimento VW di Emdem: “Gran parte dei problemi, alcuni dei quali ereditati dal passato, devono essere risolti dalla stessa azienda, perché le strutture dei costi di Wolfsburg devono essere riviste. I produttori si assumano parte della colpa per la loro situazione attuale, ma il governo si sente in obbligo di fare qualcosa per far ripartire il mercato”. In parallelo, pessime news per BMW e Mercedes.
Per carità, basta così
In realtà, i Verdi di Germania, come Habeck, supportati dai socialisti e popolari, hanno già causato abbastanza guai. Primo: imposizione in Ue del bando termico 2035. Secondo: suicidio europeo a favore della Cina che ha in mano componenti e batterie delle auto elettriche. Terzo: intervento d’imperio sul mercato, come non s’era mai visto (gli smartphone hanno vinto da soli). Basta così. I talebani ecologisti tedeschi, sovrani Ue e forza trainante dei Paesi che seguono i teutonici come pecorelle smarrite, hanno volutamente forzato un mercato non è pronto, in base a dogmi e ideologie prive di fondamento scientifico. Il full electric inquina come e più di benzina e diesel: produzione e smaltimento delle batterie fanno danni. Idem la produzione dell’energia elettrica col carbone. Ancora incentivi? Si dà un’aspirina a un moribondo per una brutta malattia: gli ecobonus creano illusioni. Quando con gli aiuti di Stato le elettriche si vendono un pochino, allora gli influencer (ormai lasciati al loro destino dalle multinazionali che non credono più nelle macchine a batteria) si scatenano nei social. Con le fake per mischiare immatricolazioni di elettriche e termiche ibride plug-in in malafede.
Habeck dice: “Obbligati a fare qualcosa”. La situazione è figlia proprio di questi politici. Allora, o i Verdi non fanno nulla o ammettano le loro terribili responsabilità di fronte alla disoccupazione e alle tensioni sociali in Europa.
Elettrico che orrore
I Verdi hanno minato alla radice la più potente industria tedesca e europea, quella automotive, basata sul termico a benzina e diesel. Sono state imposte soluzioni in stile Unione Sovietica perdente e decadente, con gli elettrofan in delirio nei social. In Cina l’elettrico va perché c’è stata pianificazione da parte del governo 20 anni fa: il suo sistema produttivo si è adeguato e soprattutto ne ha giovato. La cosa ha dato talmente fastidio ai politici Ue da indurli a introdurre gli extra dazi sulle auto elettriche cinesi, che scateneranno una guerra commerciale contro il potentissimo Dragone. Un disastro dietro l’altro. Senza contare che il consumatore riceve solo schiaffi: elettriche delle Case tradizionali costosissime, quelle dei cinesi col prezzo tirato all’insù artificiosamente, usato termico caro come il demonio.
Germania dalle stelle alle stalle
Da capire se gli aiuti del governo tedesco a favore delle Case produttrici tedesche saranno sanzionati dall’Unione, come nel caso dell’Italia per Alitalia e Ilva. Su debito comunitario e politiche economiche comunitarie, la Germania s’è sempre detta contraria a iniziative del genere, un po’ come tutti i suoi “simili”, cosiddetti virtuosi del Nord Europa. In contrapposizione a quelli del Sud, come l’Italia. Adesso però, dopo aver combinato il pasticcio del ban termico, dicono sì agli aiuti.