Governo e Stellantis parleranno della Gigafactory di Termoli, ma l’elettrico è un incubo

Ippolito Visconti Autore News Auto
Ministero e gruppo guidato da Tavares si incontreranno per la fabbrica di batterie auto elettriche. 
Gigafactory di Termoli Stellantis 2

La questione Gigafactory di Termoli si trascina stancamente ormai dal 2021. All’epoca, Stellantis e TotalEnergies davano il benvenuto a Mercedes come partner di Automotive Cells Company (ACC), produttore di batterie per auto elettriche. Ma ben presto ACC avrebbe prima riflettuto sul mancato boom delle vendite di elettriche, e poi sospeso i piani per stabilimenti tedeschi e italiani per l’electric flop. Stop agli stabilimenti a Kaiserslautern (Germania) e Termoli (Campobasso, Molise). Quindi, è arrivato il ministro delle Imprese Urso a dire al gruppo ex FCA-PSA: se lo stabilimento non si fa, fondi Ue Pnrr ad altro. Infine, per il 17 settembre alle 11, incontro fra ministero e Stellantis per parlare.

Già, ma con quale futuro? Il ko elettrico è un incubo, non si vende, non va. C’è stata una fiammata micro con incentivi forti in Germania, qualcosa in Italia. Senza bonus, nessuno se le fila. Neppure il leasing, con le mani nei capelli per l’usato elettrico che vale pochissimo. ACC stava sviluppando tre siti di batterie in Europa investendo 7 miliardi di euro. Per Termoli, il target era l 120 gigawattora (GWh) entro il 2030. Anche Mercedes ha fatto un passo indietro: il full electric spaventa, giustamente. Un salto nel buio, un tuffo nell’ignoto, con le lobby e le ideologie green a pressare.

L’unica soluzione per avere uno sbocco sarebbe una batteria meno cara e con maggiore autonomia chilometrica. Se no le fabbriche di batterie in Europa sono un’impresa a perdere. Perché mai Tavares dovrebbe dire sì? È responsabile verso il la società, non verso la politica.

L’attacco del 23 agosto

Il 23 agosto, Urso ha detto che il governo ha compiuto la propria parte e Stellantis no: il riferimento è agli investimenti del gruppo sulla produzione nel Paese e alla realizzazione della Gigafactory di Termoli. In assenza di una risposta, “dirotteremo altrove le risorse del Pnrr”. Poi i cinesi sullo sfondo: “Abbiamo sottoscritto quattro memorandum con altrettanti importanti case automobilistiche cinesi che vorrebbero investire in Europa e prendono in considerazione l’ipotesi di investire in Italia, per realizzare la mobilità elettrica nel nostro Paese, per produrre e non per assemblare”.

fabbrica auto

Il bivio elettrico

Una società che fa auto elettriche ha due strade. Uno: fare batterie da sé. Comprare batterie dai cinesi (BYD e CATL anzitutto) o dai sudcoreani. Eppoi, se le macchine elettriche mancano, queste batterie che escono dalla Gigafactory dove vanno?

Per il ministero “l’incontro avrà l’obiettivo di chiarire le tempistiche per la riconversione dello stabilimento per la produzione di batterie per veicoli elettrici e di far emergere indicazioni chiare sul mantenimenti dei livelli produttivi del sito di Termoli”.

Resta la Francia

A maggio 2023, Stellantis, insieme a TotalEnergies e Mercedes, ha inaugurato la gigafactory di Automotive Cells Company (ACC) per la produzione di batterie situata a Billy-Berclau Douvrin, Francia, la prima delle tre previste in Europa. Con una capacità produttiva iniziale di 13 gigawattora (GWh), destinata ad aumentare fino a 40 GWh entro il 2030, l’impianto realizza batterie agli ioni di litio ad alte prestazioni con un’impronta di CO2 minima. Il primo dei tre centri di produzione europei sarà operativo entro la fine del 2023.

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