L’accordo fra VW e sindacato IG Metall non piace: è il verdetto del mercato, della Borsa, degli investitori, degli speculatori che la sanno lunga e giocano d’anticipo su tutti. Infatti, le azioni Volkswagen sono scese del 3% a 86,68 euro a Francoforte nelle prime contrattazioni di oggi, lunedì 23 dicembre 2024. Le azioni Volkswagen sono scese di oltre il 20% quest’anno e vengono scambiate intorno ai livelli del 2010. Cosa non quadra? Uno: l’incertezza sulla riduzione dei costi del Gruppo. Due: un 2025 che si annuncia terrificante, con le multe Ue per 16 miliardi di euro, le elettriche e le termiche ibride plug-in cinesi destinate a fare sfracelli sia in Europa sia in Cina, dove VW scende di continuo. Tant’è vero che le nippo Nissan e Honda si vogliono fondere contro lo strapotere del Dragone (“comanderà” la seconda).
I tagli ci sono eccome, i profitti no
IG Metall parla di miracolo di Natale in riferimento all’accordo: zero licenziamenti e zero fabbriche chiuse oggi. Sì, ma in realtà oltre 35.000 tagli futuri di posti di lavoro e una riduzione della produzione di quasi un quarto. Si rimanda a domani l’ineluttabile: prima o poi il terremoto arriva. La Borsa non gradisce. Invece, il ritmo del cambiamento nelle aziende cinesi rivali è spaventoso. Con la competizione fortissima. Insomma, i soldi (i profitti) potrebbero sia arrivare tardi sia essere insufficienti. Anche perché i probabili dazi Usa di Trump colpiranno severamente Stellantis e, appunto, Volkswagen. Senza contare le tasse cinesi sulle tedesche vendute nel Paese della Grande Muraglia.
L’opinione di J.P. Morgan
L’obiettivo della dirigenza è: un risparmio di 15 miliardi di euro l’anno. L’eventuale impatto dell’accordo sui costi diventerà visibile solo dopo il 2025 e questo è solo l’inizio di un processo quinquennale, hanno scritto gli analisti di J.P. Morgan in una nota, sebbene lo abbiano definito un passo positivo nella giusta direzione.