Pochi giorni dopo aver concesso a Rivian un impegno di prestito condizionale fino a 6,57 miliardi di dollari per un nuovo impianto in Georgia, l’ufficio dei programmi di prestito del Dipartimento dell’energia degli Stati Uniti si è di nuovo attivato in tal senso. Stavolta ad usufruire di un analogo finanziamento, per complessivi 7,6 miliardi di dollari, sarà StarPlus Energy, ovvero la joint venture siglata tra FCA US e Samsung SDI. Nel caso in cui il prestito sarà finalizzato, il denaro verrà utilizzato per la costruzione di due impianti di produzione di celle e moduli per batterie agli ioni di litio a Kokomo, in Indiana. Le batterie frutto di questa produzione saranno poi utilizzate nei veicoli elettrici venduti da Stellantis lungo il territorio del Nord America.
StarPlus Energy: perché il governo statunitense ha concesso un prestito così rilevante?
Nel caso in cui i piani di partenza dovessero andare a buon fine, verrebbero creati circa 3.200 posti di lavoro nel settore delle costruzioni e fino a 2.800 operativi all’interno degli stabilimenti. Inoltre, le previsioni vanno in direzione dell’ulteriore creazione di altre centinaia di posti di lavoro in un parco fornitori che verrebbe creato nelle vicinanze dei siti produttivi.
Proprio la creazione di nuovi posti di lavoro e di un fiorente indotto, sembrano spiegare al meglio il motivo che spinge il governo federale a concedere un prestito così ingente.
Per quanto concerne Stellantis, il vantaggio è invece da individuare nel fatto che, a piena capacità, gli impianti StarPlus Energy saranno in grado di produrre circa 67 GWh di capacità di batteria all’anno. In pratica ciò che serve per riuscire ad alimentare circa 670mila veicoli elettrici.
Un modo per ridurre la dipendenza degli Stati Uniti dalla Cina e da altri Paesi avversari
Ai motivi di carattere occupazionale, si aggiunge poi un ulteriore vantaggio, dalla costruzione di siti come quelli previsti da StarEnergy Plus. È stato il Dipartimento dell’Energia ad affermare che il progetto “amplierà notevolmente la capacità di produzione di batterie per veicoli elettrici nel Nord America e ridurrà la dipendenza dell’America da nazioni straniere avversarie come la Cina, nonché da altre fonti estere di batterie per veicoli elettrici”.
È abbastanza evidente, perciò, che anche il governo di Washington si sta muovendo per cercare di recidere legami potenzialmente pericolosi con la Cina. Il gigante asiatico, infatti, sta assumendo una posizione egemone nel settore delle batterie, da cui anche l’Unione Europea sta cercando di slegarsi. Con risultati però disastrosi, a giudicare dalla vicenda Northvolt, azienda svedese dichiaratasi insolvente dopo aver ricevuto 15 miliardi di finanziamenti.
Il governo, da parte sua, ha poi aggiunto che i veicoli che utilizzano batterie prodotte nello stabilimento dovrebbero aiutare a ridurre l’uso di 985,3 milioni di litri di petrolio ogni anno. Un ulteriore vantaggio di carattere ambientale, il quale andrebbe quindi a giustificare un impegno finanziario così rilevante.
StarEnergy Plus, resta sullo sfondo l’incognita rappresentata da Trump
Stando alle notizie che circolano, il primo dei due impianti dovrebbe aprire nel corso del 2025, mentre per il secondo l’entrata in funzione dovrebbe avvenire a circa due anni di distanza.
Occorre anche sottolineare come il prestito non sia ancora stato effettivamente concesso. Per poterlo essere, StarEnergy Plus dovrà prima soddisfare una serie di condizioni di carattere tecnico, legale, ambientale e finanziario.
Sull’operazione resta però l’incognita rappresentata da Donald Trump. Il nuovo inquilino della Casa Bianca si accinge a riprendere il percorso interrotto nel 2020, con un atteggiamento che non sembra promettere nulla di buono per l’elettrificazione dei trasporti. In questa ottica occorrerà quindi capire se la sua amministrazione si attiverà per provare a far naufragare il prestito.
Un antipasto in tal senso può essere considerata la vicenda relativa all’eliminazione del credito d’imposta a favore di chi acquista auto elettriche. Non resta quindi che attendere l’inizio del prossimo anno per capire meglio le intenzioni del nuovo POTUS.