Già finiti gli incentivi auto elettriche 2024 in poche ore: perché è un flop

Ippolito Visconti Autore News Auto
Qualcuno parla a sproposito di successo: gli incentivi auto elettriche 2024 sono già finiti. Partiti alle 10 stamane, non c’è più un euro.
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Qualcuno parla a sproposito di successo: gli incentivi auto elettriche 2024 sono già finiti. Come previsto da noi qui. Partiti alle 10 stamane, non c’è più un euro. Abbiamo la prova, lo screenshot in apertura della pagina web sui bonus: guardate il bollo rosso a zero. In realtà, è un flop questa iniziativa del governo. I decisori politici non possono progettare così il futuro elettrico. Serve pianificazione. Primo: l’Unrare Case estere manifesta preoccupazioni per le distorsioni che si potranno generare sul mercato. Secondo: auspica che venga indicata presto una strategia chiara sui supporti alla transizione. Cioè? Urge un orizzonte di 2-3 anni. Privati senza partiva Iva e imprese devono avere tempo per programmare gli acquisti. No a stop & go da batticuore: serve calma per riflettere, ponderare, soppesare.

Ora gli italiani amano l’auto green? Fake news

I nostri conti. Se prendiamo il fondo per l’auto elettrica e lo dividiamo per il bonus medio a favore del cliente, la media è di 30 mila macchine a corrente vendute. Tante in un giorno? Sì. Ma il calcolo va fatto su cinque-sei mesi, ossia da quando il ministro Urso ha fatto il primo annuncio di ecobonus. Pertanto fanno attorno a 5 mila vetture a pila ogni 30 giorni. Considerando che l’importo, lo sconto statale, era fortissimo, si tratta di numeri piccoli. Risultato insignificante. Non c’è nessuna svolta. Non esiste la coscienza green degli italiani. Qualora i bonus di 14 mila euro fosse andato a un diesel, le vendite di vetture a gasolio sarebbero lievitate. La stessa cosa accadde anni fa: ecobonus forti per le auto a gas Gpl o metano, e tante vendite. Poi zero incentivi e immatricolazioni crollate. È la convenienza, non la coscienza. Né l’amore per le auto green.

Dopo questo exploit elettrico dovuto ai contratti già chiusi nei mesi scorsi, il mercato si stopperà di nuovo. Sommando le elettriche vendute grazie agli incentivi con le elettriche vendute nei primi 5 mesi senza bonus, ecco la media corretta: il venduto mensile 2024 in linea coi mesi del 2023. Non si è verificato nessun miracolo italiano “verde”, ma solo una traslazione momentanea delle immatricolazioni.

Promozioni delle Case, locandine e spot delle offerte elettriche: tutto da buttare

I vari produttori sono giustamente corsi a mettere i prezzi incentivati nei loro siti Internet: mega sconti statali, leasing, mini rate. È tutto finito in 8 ore e mezzo. Promozioni, locandine e spot delle offerte elettriche vanno buttate. Nel 2021 c’erano ecobonus analoghi ma sono durati tanto? Certo. All’epoca, non li hanno annunciati 5-6 mesi prima: gestione pessima dei decisori politici, e lista d’attesa interminabile partita a dicembre 2023. Alla fine del 2024 le elettriche vendute saranno come nel 2023 circa (66.276): tutti hanno però scelto l’istante in cui potevano prendere più soldi possibile dallo Stato. Comportamento lecito e comprensibile.

incentivi

Ecobonus elettrici a singhiozzo: non è possibile

In questo modo, con gli affamati di elettrico che sbranano i bonus in nove ore, il mercato va a singhiozzo, senza un minimo di progettualità. Secondo le stime Unrae, considerando tutti i 952,5 milioni previsti dalla nuova formulazione, saranno incentivate 316.000 vetture: il 12% nella fascia 0-20, l’11% in quella 21-60 e il 77% nella 61-135 grammi CO2 per km. Senza però generare volumi aggiuntivi al mercato. Quello che uno compra subito ora, non verrà acquistato da tanti domani. Un tiremmolla incomprensibile.

Per le Case, è indispensabile riformare il trattamento fiscale delle auto aziendali in uso promiscuo. L’occasione è propizia: i decreti attuativi della Delega Fiscale. Si può agire su detraibilità Iva e deducibilità dei costi in funzione delle emissioni di CO2. Utile ridurre il periodo di ammortamento a 3 anni. Chissà, forse potranno servire i Tavoli interministeriali dedicati alle strategie del settore automotive ed in particolare alla fiscalità. Obiettivo: rilanciare la competitività delle imprese italiane. Col ricambio dei veicoli aziendali: prezioso per accelerare il rinnovo del parco circolante. In tutto questo, il noleggio auto a lungo termine serve come l’ossigeno: da qui passa il futuro elettrico.

Adesso, restano 119.057.283 euro per la fascia tra 21 e 60 grammi e 212.283.400 euro per quelle tra 61 e 135 grammi. Stamane per la fascia 0-20 c’erano 201 milioni, non 240 come annunciato. Confusione totale.

Colonnine, che guaio

Mancano i decreti per la realizzazione di infrastrutture pubbliche in aree urbane ed extraurbane. Un’attesa infinita con la burocrazia che blocca tutto. A quando i criteri di selezione applicati per la formazione delle graduatorie dei beneficiari? Il numero attuale di colonnine non basta per un eventuale boom elettrico, per il futuro. Servono nuovi testi normativi che possano stimolare una più ampia partecipazione da parte degli operatori. Target: garantire l pieno utilizzo delle risorse stanziate per lo sviluppo di infrastrutture di ricarica capillari anche sulle superstrade. Serve ottenere una maggiore pluralità di operatori e una riduzione dei costi delle ricariche.

Federcarrozzieri dalla parte degli automobilisti: appello al governo Meloni

Il leader di Federcarrozzieri, Davide Galli, si appella al governo Meloni: urge stanziare altri fondi per gli ecoincentivi. Il dato odierno dimostra come simili misure abbiano un impatto positivo sugli automobilisti e sulla mobilità green in Italia. “Le auto elettriche hanno oggi ancora prezzi troppo elevati in Italia: senza aiuti statali, per una larga fetta di popolazione è impossibile acquistarne una. Gli incentivi hanno ripercussioni positive anche sulla sicurezza stradale, grazie agli standard garantiti dalle vetture di nuova generazione che permettono di ridurre il numero di sinistri e le conseguenze degli incidenti, con risparmi per la collettività”. 

Federauto poco convinta: fenomeno anomalo da chiarire

L’esito è diametralmente opposto alle risposte del mercato di fronte agli ecobonus 2022 e 2023, che avevano lasciato ingenti residui proprio tra le risorse destinate alle elettriche: Federauto chiede che le amministrazioni competenti approfondiscano urgentemente questo fenomeno anomalo. È in linea con la logica della norma? Chissà. Bisogna favorire cittadini e imprese. Non spingere alla corsa a perdifiato verso il venditore in un quarto d’ora. 

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