Germania locomotiva d’Europa dell’auto termica

Ippolito Visconti Autore News Auto
Exploit delle vetture a combustione, nonostante la crociata anti macchine tradizionali.
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A febbraio 2025, la Germania è locomotiva d’Europa dell’auto termica. Lì dove l’elettrico doveva fare boom grazie ai green tedeschi che facevano lobbying in Ue, ecco l’exploit delle vetture a combustione. Tutto questo, nonostante la crociata anti macchine tradizionali. Il full electric è una squadra di calcio imbranata che, con arbitro e VAR a favore, riesce a non vincere la partita.  

I dati

Nel 2024 in Germania trionfa il benzina: 35,2% delle immatricolazioni. Quindi ibrido 26,8%, diesel addirittura 17,2%, ibridi plug-in: 6,8%. Tutte macchine termiche. Elettriche al 13,5% dal 18,4%: Caporetto a batteria. In un mercato automobilistico tedesco molto deludente nel 2024, a 2,82 milioni di veicoli (-1%), abbiamo 380.609 elettriche immatricolate, giù del 27% rispetto al 2023. Eppure da quelle parti hanno il cuore verde del cancelliere Scholz, più mille esponenti di spicco nell’Ue. Così, la quota full electric precipita al 13,5%. 

Tedesche elettriche in Cina: secondo tonfo

Le Case auto germaniche non vendono bene le elettriche neppure in Cina, ex Eldorado automotive teutonico: qui lo tsunami dei marchi locali è irrefrenabile. Sotto il profilo del profitto, più grave la sconfitta elettrica europea nel Celeste Impero che nel Vecchio Continente, giacché sono sterminate le possibilità di espandersi nelle praterie del “Far West” attorno a Pechino.

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Le sette possibili ragioni della vittoria del motore termico

Sondare le menti dei consumatori nel settore auto è impossibile: neppure il Ceo con maggiori capacità divinatorie è in grado di farlo. Comunque, noi individuiamo sette ragioni. Uno: l’auto è per il tedesco una soluzione a un’esigenza di mobilità. Difficile persuaderlo con l’ideologia green. Al massimo, con gli incentivi, che sono durati come un battito di ciglia. Due: il termico 

ha un costo di acquisto accettabile. Tre: benzina e diesel mantengono valore nel tempo in caso di rivendita. Quattro: l’auto termica è facile da usare, in quanto fai il pieno quando vuoi in comodità e viaggi sereno senz’ansia da ricarica. Cinque: il termico fa più status symbol, qualora alcuni cittadini desiderino fare colpo su partner, amici, colleghi, conoscenti, vicini di casa. Sei: la storia che il termico inquina più dell’elettrico risulta poco convincente alla luce del ciclo vita della batteria. Sette: il prezzo di benzina e diesel preoccupa meno del costo dell’elettricità, specie oggi che – non comprando più il gas dalla Russia – le bollette schizzano insù.

Come riaprire la questione

Il match sarebbe ancora da giocare se venisse creato un sistema di ricariche ultra veloci a basso prezzo, in stile Tesla Supercharger. Servirebbe un immediato Piano Marshall Ue, concepito da Usa o Cina con catena decisionale immediata. Per ora, sembra che si sia fermi alle ipotesi di apertura alle ibride plug-in nel Dialogo strategico Ue.

La speranza è l’ultima a prendere la scossa

Per il boom elettrico in terra teutonica come altrove in Ue siamo ancora – dal 2019 – ai se, nel caso in cui qualora. Sandra Wappelhorst dell’International Council on Clean Transportation: “Le politiche di sostegno ai veicoli elettrici da parte del governo tedesco, come l’estensione dell’infrastruttura di ricarica, i bonus di acquisto basati sul reddito e i programmi di leasing, potrebbero aumentare ulteriormente la domanda”. Potrebbero, al condizionale. Se ci fossero o se ci fossero stati. Quasi tutti i partiti politici hanno reso i sussidi governativi per l’elettromobilità parte dei loro manifesti in vista delle elezioni federali del 23 febbraio. C’è il no dell’estrema destra Alternativa per la Germania. La speranza è riposta nella Commissione europea che proporrà una legge per promuovere l’elettrificazione delle flotte delle società, di fatto obbligando le società ad avere una certa quota di full electric. E si torna al 2019: una tecnologia imposta d’imperio viene respinta dal cliente.

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