Germania dell’auto in fiamme: disastro Voit

Ippolito Visconti Autore News Auto
Dramma nella filiera auto tedesca, che paga il Green Deal Ue voluto dalla Germania.
Voit Automotive Gmbh

Boomerang Green Deal Germania: dopo aver spinto per il verde totale in Ue e per l’auto elettrica senza proteggerla, dramma nella filiera auto tedesca, con fallimenti uno via l’altro. Adesso tocca a Voit Automotive Gmbh, uno tra i fornitori più rinomati della terra teutonica. La società – in gravissima difficoltà – ha presentato istanza di insolvenza per sofferenze finanziarie. Il tribunale distrettuale di Saarbrücken ha accolto la richiesta, così ora Martin Kaltwasser dello studio legale Liser si occuperà della curatela fallimentare, come riporta WirtschaftsWoche. Il ministero dell’Economia del Saarland è preoccupatissimo: ora lo specialista della pressofusione di alluminio deve trovare una nuova soluzione.

Rischio per 2.000 persone

L’azienda di Sankt Ingbert, nel Saarland, ha impianti in Francia e Polonia: 2.000 dipendenti, di cui 1.600 in Germania. Il potenziale crollo dell’azienda mette a rischio tutti i posti di lavoro. Fino a marzo 2025, gli stipendi dei dipendenti sono garantiti tramite indennità di insolvenza. Da aprile in poi gli stipendi saranno nuovamente pagati da Voit. Almeno in teoria. Tanta nostalgia da quelle parti dell’epoca pre 2019, pre Green Deal, quando i germanici dominavano nel settore auto ed esportavano ovunque.

La Cina dice no

Pareva che la cinese Chongqing Millison Technologies rilevasse il 100% della Voit, fornendo le risorse per garantire gli obblighi finanziari. Ma quando il Dragone non vede l’affare, scappa. Situazione troppo complicata. Adesso, ecco lo scudo legale anti richieste dei creditori: sarà dura che otterranno quanto spetta loro. Si vedrà il da farsi per arretrati, stipendi, eventuale piano di rilancio. Il fallimento dell’operazione ha comportato la mancata concessione di prestiti a causa della mancanza di competitività e redditività.

Effetto domino

Terribile il contraccolpo quando Ford ha chiuso la fabbrica di Saarlouis. Siccome la Voit produce componenti per motori e trasmissioni, se le Case producono e vendono meno auto, sono dolori. Non bastano super clienti come Audi, BMW, Bosch, Chrysler, Mercedes, Ford, Jaguar, Land Rover, Volkswagen. Perché la crisi auto morde la Germania, con la sinistra ora terrorizzata dalle elezioni del 23 febbraio 2025. Ogni azienda automotive che muore equivale a un nutrito pacchetto di voti in meno ai green sinistroidi, nonostante si tenti il miracoloso recupero col Dialogo strategico Ue. Secondo la società di consulenza aziendale Falkenstein, a Berlino e dintorni un’insolvenza su sei riguarderà un fornitore del settore automobilistico. Lo scorso anno i fallimenti in questo settore sono aumentati del 65 percento rispetto all’anno precedente. Per il 2025 Falkenstein prevede un aumento delle insolvenze pari a circa il 20-25 percento. L’Europa dell’auto è fatta per vincere fuori dal Vecchio Continente: per esportare. Ma se la Cina non vuole più le nostre macchine, perché i marchi del Dragone sono migliori secondo i consumatori del posto, allora per la filiera automotive europea il futuro è grigio.

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