Futuro di Maserati: sindacati in forte polemica contro Imparato

Ippolito Visconti Autore News Auto
Jean-Philippe Imparato, responsabile dell’area Europe Enlarged di Stellantis, delude i sindacalisti.
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Tante parole, pochi fatti: è il verdetto dei sindacalisti su quanto ha appena detto Jean-Philippe Imparato, responsabile dell’area Europe Enlarged di Stellantis, a proposito di Maserati. Marchio sofferente, che necessita di cure da cavallo. Il manager ha risposto alle domande dei cronisti al termine dell’incontro organizzato a Torino con i sindacati in vista del tavolo del 17 dicembre 2024 al ministero delle Imprese. In sintesi, ecco cos’ha detto.

Uno. C’è l’intenzione del Gruppo di definire un piano industriale autonomo per il brand emiliano.
Due. Maserati merita un piano a sé, non possiamo rispondere oggi. Il piano ci sarà, ma non ora. Ne parliamo più avanti, arriverà il più presto possibile.
Tre. Si ha la necessità di qualcosa di più strutturato e di impatto per il Tridente (l nuovo piano è stato affidato a Santo Ficili, da poche settimane responsabile sia della Casa modenese sia dell’Alfa Romeo). 

“Non è Stellantis a essere in crisi”

A Mirafiori, saranno prodotte la Fiat 500 ibrida e la nuova generazione della piccola Fiat. “Non si andrà verso l’estinzione di Mirafiori. Abbiamo un piano per il futuro dello stabilimento che ci permette di guardare al 2032 e al 2033”, ha detto Imparato. “L’Italia è un punto centrale nella strategia di Stellantis: il 2025 sarà un periodo di trasformazione su cui bisogna stare uniti ed è questo il messaggio che porterò il 17 al ministro Urso. Non è Stellantis a essere in crisi, ma l’intero settore e questo va affrontato. Il 2025 sarà un anno duro. La mia ossessione è mantenere l’attività in Italia. I piani che abbiamo, anche in termini di volumi, sono coerenti con le informazioni che abbiamo a disposizione oggi e ne parleremo al tavolo al Mimit del 17 dicembre. Non voglio raccontare cose che non posso mantenere. È mia intenzione arrivare al tavolo con una risposta che sia la più chiara possibile”.

L’attacco di Rocco Palombella

Rocco Palombella della Uilm: Il nostro giudizio è negativo. Non può bastare quello che ci hanno detto oggi e, probabilmente, non basterà quello che diranno al Mimit. IU sindacati hanno “chiesto che non sia chiuso nessuno stabilimento: ci batteremo per questo, ma avere a che fare con un gruppo industriale che ha fatto determinate scelte, per esempio sulla produzione, è difficile”. 

Per Michele De Palma della Fiom, l’incontro si è rivelato “una falsa partenza: non è con le dichiarazioni che si trovano soluzioni”.  Secondo Ferdinando Uliano della Fim-Cisl, c’è la necessità di scelte concrete. Infine Antonio Spera dell’Ugl Metalmeccanici: “Da Stellantis ci aspettiamo un piano di investimenti e di prodotti per il nostro Paese, tale da garantire lavoratori e stabilimenti”. 

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Urge una soluzione coraggiosa per Maserati

A nostro avviso, Marchionne aveva fatto scendere Maserati nel premium con le ottime Ghibli e Levante (e la buona Grecale).Le nuove GT e MC20 sono un po’ troppo a livello extra sportivo, tipo Ferrari e Porsche. Quest’ultima ci ha impiegato 40 anni per cercare di affiancarsi al Cavallino.

Maserati alla brace

Perché i sindacati temono il peggio per Maserati? Da luglio 2024, speculazioni sulla possibilità che Stellantis ceda il Tridente per liberarsi di un marchio senza ossigeno. Il direttore finanziario Natalie Knight, durante una conferenza con la stampa americana, non escluse a priori una cessione alla luce delle perdite e del forte calo dei volumi: nel primo semestre, la Casa emiliana vide le vendite scendere da 15.300 a 6.500 e i ricavi da 1,3 miliardi a 631 milioni. In futuro Stellantis potrebbe riconsiderare quale sia “la migliore casa” per la Maserati, disse. Tavares – in una conferenza con la stampa italiana sul marchio Leapmotor: “Il 15esimo della nostra azienda. Sono troppi? È molto semplice, se non rendono li chiuderemo, perché non possiamo permetterci di avere marchi che non rendono”. Alludeva a Maserati?

Lo stop di Mirafiori si allunga da paura: nessuno vuole le sue elettriche

No, la storica fabbrica di Mirafiori non riaprirà dopo le feste natalizie come previsto inizialmente: se ne parla il 20 gennaio 2025 (fonte Milano Finanza). Lo dice Gianni Mannori, responsabile della Fiom della fabbrica torinese: no comment da Stellantis, reduce da un 2024 horror. Per il prossimo anno i sindacalisti temono l’inferno: chiusure e tagli. Anche perché arriva il vento caldo dalla Germania, coi licenziamenti Volkswagen.

L’ultimo di una serie di stop dei mesi scorsi avrebbe dovuto concludersi il 6 gennaio, al termine delle festività natalizie. Qual è il guaio? La “persistente situazione di incertezza nelle vendite di vetture elettriche in svariati mercati europei, che rappresentano il 97% della produzione di Mirafiori, e di vetture del settore del lusso in alcuni paesi extraeuropei come Cina e Stati Uniti”. Come una sorta di manna dal cielo, si attende con agitazione la 500 ibrida, dopo il flop totale della 500 elettrica. Inoltre, nello stabilimento piemontese verrà anche prodotta la prossima generazione del Cinquino, prevista per il 2032. 

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