Futuro dell’auto: l’Ue dice no all’Italia e sì alla Germania

Ippolito Visconti Autore News Auto
Negato tutto il possibile e immaginabile da Bruxelles.
auto elettrica

No, no e ancora no: come già accennato, muro di gomma da parte di Bruxelles, cuore dell’Unione europea, contro le proposte ragionevoli dell’Italia sulle emissioni auto. A cosa punta il governo Meloni?

L’esecutivo di Roma chiede all’Ue di anticipare al 2025 la revisione del Green Deal e del bando alle auto a combustione previsto per il 2035, attualmente programmata per il 2026. In che modo? Con un approccio di neutralità tecnologica (biofuel, e-fuel e idrogeno), con maggiore autonomia strategica nell’approvvigionamento di materie prime da parte dell’Europa, e con

l’istituzione di un fondo di sostegno per la filiera automotive e per i consumatori che

acquistano veicoli elettrici prodotti nel Vecchio Continente (o con componenti sfornati nello stesso). Obiettivo: prevenire disoccupazione, chiusura delle fabbriche, impossibilità per i clienti di comprare auto (dato il prezzo esorbitante).

La Commissione Ue all’Italia: no, mai

Risposta Ue: zero. Tutto confermato. Wopke Hoekstra, il commissario europeo designato e responsabile del portafoglio Clima, emissioni nette zero e crescita pulita, ha pubblicato le risposte. Inviate agli europarlamentari in vista delle audizioni sulla sua nomina. C’è la conferma dell’intenzione del massimo organo esecutivo di attivare la clausola nel 2026. Inoltre, ok a valutare gli e-fuel voluti dai tedeschi: no ai biocarburanti voluti dall’Italia.

Quali colpe ha il governo Meloni? Nessuna. Nell’Ue l’Italia conta come il due di picche, mentre Germania e Francia comandano. L’esecutivo ha fatto bene comunque a esporsi pubblicamente. Non c’è una via d’uscita, toccherà allinearsi assistendo al suicidio automotive europeo e al trionfo della Cina.

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La richiesta Acea

L’Associazione dei costruttori europei Acea ha avanzato la richiesta di posticipare al 2027 l’introduzione del nuovo target di emissioni, pari in media a 93,6 g/km di CO2, originariamente previsto per il 2025, citando le difficoltà dell’industria europea nel conseguire questo obiettivo nei tempi stabiliti. Risposta Ue: no. Nel 2025 obiettivi su emissioni e multe a chi sgarra (15 miliardi di euro previsti), e nel 2035 bando termico.

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