Le dichiarazioni di Carlos Tavares hanno scatenato un putiferio in Italia. Ricapitolando, il CEO di Stellantis ha prefigurato un disinvestimento del gruppo dagli stabilimenti italiani, qualora il governo si ostinasse a non concedere i sussidi richiesti. Sul fronte opposto, la classe politica mantiene ferma la propria posizione e, anzi, va a muso duro contro il gruppo, che fin dalla sua nascita ha messo gli interessi della Francia al primo posto. In questo clima di “guerra fredda” sono trapelate le voci circa una fusione della società con Renault, che darebbe potenzialmente vita a un colosso da 75 miliardi di euro, tale da equiparare Toyota e Volkswagen.
Governo francese: “No a nozze forzate per Renault”
L’idea è stata subito accolta malissimo dalla manodopera della nostra penisola, giacché il traino del governo d’oltralpe, se evidente oggi, rischierebbe di crescere esponenzialmente qualora l’affare andasse in porto.
Mentre John Elkann, presidente del gruppo Exor, maggiore azionista di Stellantis, si è affrettato a smentire l’operazione nell’incontro con le istituzioni, le indiscrezioni proseguono inesorabili. Una fonte del Ministero delle Finanze francese ha rilasciato delle interessanti considerazioni all’agenzia di stampa Reuters. A nome dell’esecutivo, ha sottolineato come intenda continuare a sostenere la strategia del Gruppo Renault di mantenere la propria indipendenza come produttore.
Forte delle sue sinergie industriali e tecnologiche, la casa automobilistica guidata da Luca de Meo ritiene non necessario appoggiarsi su terze parti, con l’eventualità di complicare l’assetto. Ma allora da cosa nascono le speculazioni? I mercati finanziari hanno spesso considerato Renault come un possibile obiettivo di acquisizione, un’idea tornata di attualità la scorsa settimana, dopo la decisione dell’azienda di Boulogne-Billancourt di sospendere, a titolo provvisorio, la quotazione in Borsa della divisione Ampere, focalizzata sullo sviluppo delle tecnologie per le BEV.
In proposito, ha preso parola Tavares durante un recente incontro con la stampa. Benché applauda alla scelta coraggiosa della Losanga di scorporare la divisione specializzata nelle BEV, il top manager nutre dello scetticismo. Si interroga se non sia troppo rischioso, dato che, almeno finora, le full electric fatichino a raggiungere la piena sostenibilità.
Una delle principali sfide nel Gruppo Renault attiene alle economie di scala. Attualmente, ne è esclusa, a differenza di Stellantis, che riesce così a contenere le spese di fabbricazione, in nome del profitto. Di esempi ne troviamo a bizzeffe, anche estranei al comparto delle auto nel senso classico. Sulla base della minicar Citroen Ami, campione di vendite, sono, ad esempio, nate la Opel Rocks-e e la Fiat Topolino. Di conseguenza, la resa è stata fattibile, mentre oggi racconteremmo una storia differente qualora i marchi agissero per conto loro, senza una visione globale.