Sì, la scossa elettrica c’è stata, ma per adesso è uno choc: per Ford, le auto a corrente sono da film horror. Coraggiosamente, la leggendaria Casa Usa è stata una delle prime tra le grandi Case tradizionali a effettuare lo scorporo. Da una parte il classico termico; dall’altra togli l’elettrico. Il risultato è da infarto sotto il profilo squisitamente economico. Nel secondo trimestre 2024, Dearborn ha subìto un calo della redditività: l’utile operativo è precipitato da 3,8 miliardi a 2,8 miliardi; profitti scesi da 1,9 miliardi a 1,8 miliardi (con un aumento dei ricavi del 6% a 47,8 miliardi di dollari, grazie al nuovo F-150 e ai furgoni Transit). A pesare negativamente i richiami per 2 miliardi, e la divisione Model e (non esiste nessun modello che si chiami così, è la divisione, la sezione): la Ford elettrica che perde 40 mila dollari per ogni elettrica venduta.
Marchionne ha sempre ragione
Ci sovvengono le parole di un re indiscusso dell’automotive, l’uomo in pullover che sorrideva e che detestava le vacanze d’agosto, e che innanzi a noi e a una vasta platea disse a maggio 2014 a Washington: “Spero che non compriate la Fiat 500 elettrica. Perché ogni volta che ne vendo una, perdo 14.000 dollari. Sono abbastanza onesto da ammetterlo”. Marchionne sosteneva che produrre auto elettriche sia antieconomico per chiunque (eccezion fatta Tesla).
Col tempo, si è fatto un passettino avanti: Ford perde 50 mila dollari, ma la sua macchina è più grande, tecnologica e costosa del Cinquino a batteria. Che tuttora resta un flop triste di consegne.
Quali perdite per Ford
Tornando in Usa, la Model e nel 2023 ha registrato una perdita operativa di 4,7 miliardi (40.525 dollari per ognuna delle 116 mila Bev vendute), ha chiuso il trimestre con in negativo per 1,14 miliardi, col primo semestre a -2,5 miliardi: il 50% del rosso previsto da Ford per tutto il 2024. Per fortuna, c’erano Ford Blue termico, e Ford Pro commerciali più flotte.