Ormai il fallimento planetario dell’auto elettrica viene ogni dì vieppiù certificato: adesso tocca a General Motors. L’amministratore delegato Mary Barra, dotata di una certa personalità e vivacità, dice che l’obiettivo di fare un milione di full electric nel 2025 è impossibile, “perché il mercato non si sta sviluppando”. Non è gossip automotive, in quanto la top manager l’ha detto in tv.
Il mercato comanda
È il cliente che decide, non un burocrate: sia questo gerontosauro attaccato alla poltrona in Ue o in Usa. “Ci faremo guidare dal consumatore”, ha aggiunto Barra. Chiaro che questo sia anche un flop terribile per GM. È stata pioniera degli annunci: passaggio al full electric nel 2035 tanto reclamizzato. Una scommessa fortissima sulle BEV al tavolo del poker. Ma, che si sia trattato di un bluff o di una puntata riuscita male, con le modifiche al piano prodotti, comunque il risultato è sotto gli occhi di tutti.
Per rendere la pillola meno amara, Detroit ha precisato come il target si riferisse alla capacità produttiva e non alla produzione. Evidenziando che le strategie sono da sempre caratterizzate da un’estrema flessibilità, in modo da adeguare i volumi alla reale domanda. Alibi di chi esce dal campo sconfitto.
Le premesse c’erano
Peccato, perché la Equinox EV LT1 di GM a 35.000 dollari non è niente male a livello di prezzo e di qualità: farebbe bene anche in Europa, se ci fossero le condizioni. E peccato perché GM ha consegnato un numero record di EV nel secondo trimestre 2024. Le vendite delle elettriche (21000 auto) sono aumentate del 40% rispetto all’anno precedente e del 34% rispetto allo scorso trimestre. Ma non basta, serve altro. Si pagano ancora i modelli fallimentari (tipo la Bolt).
Il gioco sporco delle fake elettriche
Piano anche a dire che in generale in Usa e nel mondo le elettriche vanno male: i pro Watt sparano fake, mischiando di proposito le immatricolazioni delle PHEV con quelle delle BEV. Uniscono volontariamente ibride plug-in ed elettrica per dopare i numeri. Un gioco sporco.
La scossa mai arrivata
L’elettrico era e resta un mercato di nicchia. Macchine care come il fuoco, vita della batteria molto inferiore alla durata dell’auto, misteri sulle prestazioni delle batterie dopo varie ricariche, prezzi altissimi per sostituire la batteria, rete di colonnine di ricarica inadeguata, costi della ricarica troppo alti, pieno lentissimo, autonomia limitata in autostrada. E percorrenze parecchio inferiori al dato ufficiale. Ormai le retromarce sull’elettrico non si contano più, da Mercedes in poi, con Audi (VW) che punta tuttora sul diesel.
La leggenda dell’elettrico che fa risparmiare è tipica dei burocrati green: gli elettroni si pagano, e pure tanto. Lo sanno bene i cinesi, che si sono coperti le spalle con le ibride plug-in. Prima l’infrastruttura, come ha pensato Musk per le sue Tesla coi Supercharger, poi le auto.