Com’è ormai noto da più di qualche settimana, Fisker, la startup americana produttrice di veicoli elettrici, non se la passa di certo bene. Ora il Wall Street Journal è riuscito a risalire a un’indiscrezione secondo la quale il costruttore si è trovato già nella posizione di dover assumere consulenti dedicati ad una eventuale assistenza in merito al possibile fallimento; una bancarotta che impedirebbe a Fisker di continuare ad operare come fatto finora.
Il costruttore esce da un 2023 al di sotto di ogni aspettativa, con perdite nell’ordine dei 400 milioni di dollari (pari oggi a circa 366 milioni di euro); una condizione che, secondo quanto aveva ammesso la stessa Fisker, non permetterebbe di ragionare su un 2024 votato alle normali operazioni che un costruttore di automobili deve sostenere.
Quelle riportate dal Wall Street Journal rappresentano quindi nuove problematiche relative alla volontà di proseguire; l’aver ingaggiato consulenti dedicati alla ristrutturazione del marchio rappresenta la necessità di esplorare le possibilità di una eventuale dichiarazione di fallimento, o appunto bancarotta. Una domanda poco convincente nei confronti del suo SUV Fisker Ocean era stata affibbiata dal costruttore a “venti contrari inaspettati” in accordo con un set di “sfide impreviste” che avevano caratterizzato l’anno conclusosi circa tre mesi fa. Il 2024 non è quindi cominciato sotto i migliori auspici, dal momento che in termini di vendite Fisker ha dichiarato di attendersi un valore di consegne, a livello globale, del suo Ocean nell’ordine delle 20.000 unità.
Difficilmente Fisker potrà continuare ad operare in questo 2024 in relazione a quanto dichiarato fin qui
Non sono pochi i dubbi che Fisker ha espresso sulla possibilità di continuare ad operare come costruttore di veicoli elettrici anche nel 2024. D’altronde le risorse attuali non risultano sufficienti per pensare di ragionare su un 2024 a pieno regime, considerando pure che il piano aziendale del costruttore dipende anche dal successo che avrà la transizione verso un modello di concessionarie rivisto.
Dal momento in cui Fisker ha fatto il suo ingresso nel mercato azionario, a partire dal 2020 mediante una fusione con Spartan Energy Acquisition, le sue azioni hanno registrato un drammatico calo di prezzo con crolli piuttosto importanti durante le ultime settimane e gli ultimi giorni. Lo scorso 15 febbraio la Borsa di New York ha avvertito Fisker della possibilità di un rischio delisting ovvero la revoca delle negoziazioni in borsa.
Prendendo in considerazione tali condizioni, il costruttore ha annunciato l’intenzione di razionalizzare ogni operazione tendo in considerazione pure la necessità di tagliare almeno il 15% della sua attuale forza lavoro. Tuttavia solo qualche giorno fa Fisker sembrava in trattativa con Nissan per la gestione della crisi in virtù di un accordo necessario per l’introduzione nella gamma del costruttore nipponico di un pick-up elettrico derivato dall’Alaska di Fisker; si tratterebbe di una vera e propria ancora di salvezza finanziaria quella ricercabile in questa operazione. Ora le indiscrezioni riportate dal Wall Street Journal sembrano escludere anche questa possibilità citando pure fonti vicine al costruttore che sembra quindi vicino alla dichiarazione di fallimento vera e propria.