Fiat, vendite disastrose a novembre 2024: che differenza con il 2023

Francesco Armenio
Fiat Panda promo

Con le dimissioni di Carlos Tavares, Stellantis e i suoi marchi potrebbero subire diversi scossoni nel corso dei prossimi mesi. Chi prenderà le redini del gruppo automobilistico dovrà affrontare diverse difficoltà, nate soprattutto nel corso del 2024 con il crollo delle vendite in Nord America. Tuttavia, anche pilastri come Fiat iniziano a scricchiolare e, a dimostrarlo, i dati di vendita di novembre 2024, che mostrano uno scenario alquanto preoccupante.

Fiat, novembre 2024 preoccupante: vendite in calo in Italia

Fiat 500

Fiat, in seguito al pensionamento della 500 Hybrid a luglio, ha visto crollare le vendite. Fino a qualche mese fa la Panda ha trainato le vendite del marchio in Italia, ma anche la city car inizia a faticare. Non è bastato l’aggiornamento della “Pandina”, così come la nuova 600, disponibile sia in versione ibrida che elettrica, a risollevare le vendite.

Lo scorso mese di novembre, Fiat ha registrato una preoccupante flessione del 41,74%. Nello specifico, le vendite ammontano a 8.794 unità, in calo rispetto alle 15.094 di novembre 2023. La quota di mercato scende dal 10,83% al 7,08%. Se prendiamo in considerazione il periodo gennaio/novembre, le vendite ammontano a 137.672 unità, in calo del 16,08% rispetto allo stesso periodo del 2023, quando le immatricolazioni erano 164.059. La casa automobilistica ha venduto, quindi, 26.387 veicoli in meno rispetto allo scorso anno.

fiat grande panda

Numeri che fanno preoccupare e che, si spera, possano migliorare nel 2025. Il nuovo amministratore delegato di Stellantis dovrà seguire una nuova strategia per invertire la rotta. Il prossimo anno si aggiungerà anche la Fiat Grande Panda, che avrà un compito importante. I prezzi sono accessibili: 18.000 euro per l’ibrida e 25.000 euro per l’elettrica. Entro la fine del prossimo anno sarà svelata anche la nuova 500 Ibrida, che poggerà sulla piattaforma della versione elettrica. Con tutta probabilità, un’inversione di rotta degna di nota potrebbe arrivare soltanto nel 2026.

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