Era il 1983 quando Fiat decideva di presentare la nuova Fiat Uno presso la base della NASA di Cape Canaveral negli Stati Uniti. La vettura era destinata a sostituire la 127, che dopo dodici anni di carriera risultava ancora al primo posto tra le vetture più vendute. I due modelli di casa Fiat non avevano niente in comune, forse l’unico aspetto che condividevano era legato al fatto che la 127 era diventata la prima di una nuova era di vetture compatte e la Uno diviene la degna sostituta. Le dimensioni comunque erano pressoché identiche, anche se la Uno era più alta, ma l’abitabilità godeva di valori maggiori. La Fiat Uno però fece invecchiare di colpo le rivali.
Sull’origine della volontà di presentare la Fiat Uno alla stampa all’interno della base NASA di Cape Canaveral non si sa nulla. Di certo la vettura rivestiva un’importanza fondamentale nei futuri piani Fiat. Di certo c’è che Fiat credeva fortemente nella Uno, anche se poi non venne mai venduta Oltreoceano.
Grande abitabilità e soluzioni interessanti
Quando nel 1983 arriva la Fiat Uno, la 127 che va a sostituire è un modello vecchio e obsoleto nella concezione. Tuttavia ne riprende parte della meccanica, sfruttando l’ormai imperante motorizzazione posta all’anteriore (in posizione trasversale), la trazione anteriore e l’impianto sospensivo McPherson davanti e a ruote interconnesse sull’asse posteriore.
Come già accennato, la Fiat Uno e la 127 godevano della stessa lunghezza (364 centimetri) mentre la larghezza prevedeva due centimetri a favore della Uno (ora 155 centimetri) dimensioni quindi pressoché identiche. Ad eccezione dell’altezza: 143 centimetri la Uno, 136 centimetri la 127. Avendo inoltre un lunotto in posizione quasi verticale l’abitabilità della Uno subisce un incremento considerevole rispetto a quella della 127, ma non solo visto che la Uno è la più spaziosa della sua categoria.
La grande abitabilità è tra le caratteristiche che permettono alla Uno di vincere il premio Auto dell’Anno 1984 e quella che ne certifica il successo commerciale. A cinque anni dal debutto le Uno prodotte sono già 3 milioni, quando termina la sua carriera (nel 1995) le Uno prodotte sono 9,5 milioni!
Linee moderne
Nel 1983 la necessità di sostituire la Fiat 127 è forte visto che la vettura era datata 1971 e già risultava anziana. Sulla Uno spariscono i gocciolatoi e viene introdotto il nuovo logo Fiat, lo stesso già in uno sulla Panda e sulla nuova Ritmo caratterizzato dalle 5 barre inclinate.
I fanali posteriori includono ora sia le luci per la retromarcia che le antinebbia, un vero tocco di modernità per l’epoca. Anche all’interno non mancano elementi moderni e di grande interesse. La plancia è rivestita in plastica, il quadro strumenti è ricco di spie e luci. La tecnologia quindi non manca ma nemmeno la funzionalità grazie alla grande mensola aperta nella parte superiore della plancia: alla sua base scorreva il posacenere, come sulla Panda.
La dotazione era ricca visto che di serie o come optional c’erano i finestrini elettrici, la chiusura centralizzata, il sedile posteriore sdoppiato, il climatizzatore e i fari allo iodio.
Grande varietà di motori
In dodici anni di carriera le motorizzazioni della Fiat Uno sono tantissime. Ogni motore veniva identificato con un numero che corrispondeva alla cavalleria disponibile, ecco le varianti: 45 (900cc, 140 km/h di velocità massima), 55 (1.100cc, 150 km/) e 70 (1.300cc, 165 km/h). A pochi mesi dal lancio della Uno, arriva anche la Diesel aspirata, 1.3 da 45 CV, capace di 140 km/h di velocità massima e 5,9 l/100 km di consumo medio.
Il motore top di gamma è quello della Turbo i.e. del 1985. Si tratta di un 1.3 turbo da 105 cavalli e 200 km/h di velocità massima, in grado di scattare da 0 a 100 km/h in appena 8,1 secondi. Nello stesso anno la Uno 45 ottiene l’efficiente motore Fire da 1.0 litro che sostituisce il 900 ereditato dalla 127. La 55 invece viene sostituita dalla 60 e la 70 viene depotenziata a 65 cavalli, anche se migliora l’efficienza complessiva.
Nel 1986 viene introdotta la TurboD che ospitava un 1.4 litri da 70 cavalli capace di 165 km/h di velocità massima e 12,4 secondi per raggiungere i 100 km/h da fermo. C’è anche il cambio automatico CVT a variazione continua. La Uno 60 riceverà poi il 1.100 Fire già disponibile sulla Tipo, nello stesso momento la 70 diventa 70 i.e. (grazie all’iniezione elettronica) e la Turbo i.e. utilizzerà invece lo stesso 1.300 della 70 i.e ma abbinato di un turbocompressore a iniezione multipoint che permette di ottenere 118 cavalli, 204 km/h di velocità massima e 8,3 secondi per lo 0-100 km/h.
Il restyling nel 1989
Per l’arrivo della Uno seconda serie bisognerà attendere il Salone di Francoforte del 1989. La nuova Uno è più simile alla Tipo (da dietro, soprattutto da lontano, si potevano confondere facilmente) mentre è ora più lunga di 4,5 centimetri con un frontale caratterizzato da una mascherina più sottile affiancata da fari di forma rettangolare.
È nuovo pure il paraurti anteriore, ora più grande, mentre il cofano motore è più inclinato seguito da un parabrezza che cambia anch’esso la sua inclinazione. Le modifiche interessano anche la parte posteriore (di chiara derivazione Tipo) e anche gli interni. I sedili sono più moderni e anche la plancia, con l’assenza dei due satelliti che accoglievano diversi comandi ed erano posti in precedenza ai lati del cruscotto. Cambiano i comandi della climatizzazione e il posacenere è ora in posizione fissa nella plancia centrale.
Grazie a questo ringiovanimento la Fiat Uno regge bene fino al 1993, lo stesso anno in cui la casa torinese lancia la Fiat Punto. Un ulteriore enorme successo la aspetterà.