Buone notizie dal Gruppo Stellantis per la Fiat 500: promette di avere piano a lungo termine che riguarda sua l’Italia sia lo stabilimento torinese di Mirafiori. Il Cinquino resterà qui, anche oltre il 2032. Lo dice Jean-Philippe Imparato (responsabile per l’Enlarged Europe) durante un’intervista alla trasmissione XXI Secolo. Pertanto, Casa 500 rimarrà tale ancora per un sacco di tempo. Ora si attende il lancio della nuova 500 ibrida entro fine 2024, dopo il flop dell’elettrica, ma basata proprio sull’attuale full electric: mossa un po’ a rischio. La società risparmia sui costi con un’unica piattaforma, però va visto come reagiranno consumatori e appassionati. Di certo, il costruttore punterà sulla fabbrica piemontese anche con la nuova generazione del Cinquino, attesa nel 2032.
Quale ibrido?
L’ex Ceo Alfa Romeo parla di ibrido, in modo generico. Ma c’è un ma: l’eDCT non sta convincendo molto. Con il mild tipo Panda e 500 l’azzardo è notevole. Peccato, si poteva provare con un ibrido classico. A quanto pare, ci sarà la carrozzeria della 500e 2020 col vecchio 1.0 Firefly da 69 CV versione MHEV. Occhio anche al possibile boom iniziale: anche la 500 elettrica quattro anni fa andò benissimo all’inizio, per poi sgonfiarsi.
Fine della paure
I timori erano legittimi. Si parla spesso di riduzione delle spese: fabbriche all’estero (Polonia, Marocco, Serbia) per pagare meno la manodopera e ottenere listini inferiori, così che i mezzi siano più competitivi. Invece Mirafiori sarà sviluppata, ha detto Imparato. “Mirafiori è la 500. Entro alcuni mesi avremo la 500 ibrida e al di là di questo sto preparando la nuova 500 per il futuro. A questo punto il piano sta per essere consolidato, ma vi posso dire una cosa: non molliamo Mirafiori e non molliamo Torino. Abbiamo localizzato a Mirafiori anche l’ente dei veicoli commerciali Pro1 e io, come capo dell’Europa, arrivo e metto tutta l’azienda e tutta l’organizzazione europea a Torino. Quindi non c’è dubbio, Mirafiori c’è e Mirafiori ci sarà”.
Ibrido a bomba
“Sto sviluppando a bomba l’ibrido, quindi ve lo porto al più presto possibile, intorno a novembre 2025”, annuncia Imparato. Poi si riparte con circa 100.000 macchine l’anno. Ma non c’è solo questo, a Mirafiori mettiamo il futuro della 500 e questo ci porta al 2032-2033, quindi non c’è dubbio, Mirafiori avrà lavoro. “Se ho deciso di mettere tutta l’organizzazione Corporate Europe a Torino vicino al Centro Stile è per rimanere in Italia. E Torino è qualcosa di molto importante per noi: avremo l’organizzazione europea, più i commerciali, più la 500 ibrida, più il futuro della 500 e questo è un segnale. A Torino abbiamo anche l’e-Dct, che è il cambio necessario per l’ibrido ed è esportato dappertutto: ne facciamo 60.000 unità al mese e questo vuol dire che per me e per noi Torino rimane molto importante”.
Tavolo del 17 dicembre in vista
In arrivo il Tavolo Stellantis del 17 dicembre, momento in cui ci sarà il confronto col ministro delle Imprese Adolfo Urso: “Le cose sono molto chiare”, ha detto il top manager. A livello di stabilimenti, nel 2029 l’Italia diventerà il secondo mercato europeo di Stellantis, dice il manager francese: “Non chiudo nessuna fabbrica. Ogni marchio ha un piano prodotto. Quindi non è che Stellantis abbandona l’Italia: assolutamente no e lo faremo vedere a tutti la prossima settimana”.
La nostra opinione: toni talvolta enfatici
Come spesso accade quando i top manager automotive parlano della strategia del Gruppo di appartenenza, c’è un filo di esagerazione in riferimento sia ai propulsori (vedi questo ibrido della 500) sia ai piani di sviluppo dei singoli marchi. Stellantis ha oggi grossi problemi con Fiat (sovente fotocopia di Citroën), Maserati (le elettriche vanno male), Opel (chiusura di una fabbrica tedesca), DS (non pervenuta), Lancia (poco sexy), Alfa Romeo (non ci siamo) e Abarth (boh?). In un mondo auto indubbiamente iper competitivo, e aggredito dagli affamati cinesi con le loro elettriche. Se poi domani la galassia di marchi stupisse in fatto di vendite, noi tutti saremmo i primi a rallegrarcene. Questo è il presente. E il futuro? Non resta che attendere il piano del 17 dicembre presentato da Stellantis a Urso.
Gli errori del passato
Oggi, per gli errori del passato, i prodotti Stellantis sono vecchi e male assortiti, i marchi italiani hanno pochissimi modelli e quelli nuovi sono annunciati senza uscire. Lo dicono i numeri. Ieri, vendere meno aumentando i prezzi aveva due obiettivi: profitti e riposizionamento di qualche brand da generalista a premium. Ma è in atto un profondo cambiamento dei consumatori. Per il futuro, si vedrà: difficile appare saturare Mirafiori con la 500 ibrida e la prossima generazione. Ai posteri l’ardua sentenza.
Incertezza totale
In questi tempi di incertezza, dobbiamo coprire tutti i segmenti in Italia, ha continuato. “Entro quattro settimane, per esempio, io devo vendere il 20% delle macchine elettriche e oggi siamo solo al 12%. C’è un salto mortale da fare a livello elettrico e i clienti non sanno realmente dove andare”. Il riferimento è alle regole Ue: o le Case vendono auto poco inquinanti, o pagano multe per un totale di 15 miliardi.
La gente si chiede: devo cambiare la macchina adesso? Non ne sono sicuro. E la devo prendere elettrica, ibrida o termica tradizionale?. Questo fa parte dell’incertezza, ricorda il dirigente transalpino. “Ma se io devo entrare nel centro di una grande città italiana o anche europea, cosa prendo? Un’elettrica? Un’ibrida? Un’ibrida plug-in? Questo alimenta incertezza. Per me è qualcosa che spiega la situazione attuale, al di là della crisi economica che stiamo affrontando”.
Alleanza anti Cina
“La Cina raggiunge il 90% elettrico entro tre anni. Noi dobbiamo spingere la competitività e la collaborazione, per alleggerire i costi: la tecnologia, le batterie, il software da ottimizzare”. Stellantis sta per lanciare 14 modelli, tra elettrici e ibridi, per affrontare questa concorrenza. “Con il ministro Urso abbiamo parlato anche di questo: se ce la giochiamo bene, tra la forza di Stellantis e i componentisti possiamo inventarci un’alleanza, noi con i fornitori più sviluppati, in modo da portare avanti questa transizione elettrica non come un incubo, ma come un’opportunità”.
Promessa mantenuta
Già il 21 febbraio 2024 Stellantis si diceva convinta, avendo i piani per farlo, che con l’avvio dei nuovi incentivi italiani ci sia la possibilità di aumentare la produzione a Mirafiori della 500 elettrica. Riportandola a numeri che le spettano per il gioiello che è. Così come il futuro di questa iconica vettura elettrica, e le sue naturali evoluzioni che arriveranno nell’ambito del Piano strategico Dare Forward 2030, sarà sempre legato alla città di Torino”: la Casa della 500. Mirafiori – oggi come ieri – è considerata la sintesi perfetta delle strategie varate dal Gruppo per affrontare la transizione energetica. In generale, la società pose l’accento sulla sua presenza ingegneristica in Italia, definendo strategico il polo di Torino, in fatto di elettrificazione, connettività, infotainment, guida autonoma, produzione additiva, o stile di tutti i marchi italiani, componenti plastici per interni ed esterni, dinamica del veicolo, polo del lusso e sportivo dei progetti per Alfa e Maserati, sviluppo dei grandi veicoli commerciali, legami con le istituzioni torinesi.