Lanciata nel 2002, la Ferrari Enzo prende il nome dal fondatore dell’azienda, Enzo Ferrari, ed è quindi considerata un Cavallino Rampante molto speciale. Tra il 2002 e il 2004 ne sono state prodotte solo 399 copie, quindi ogni volta che ne viene messa in vendita una, sappiamo tutti che sposterà una notevole somma di denaro. L’anno scorso, un’unità è stata venduta per più di due milioni di euro, stabilendo un nuovo record all’asta all’epoca, anche se non c’è voluto molto tempo per batterlo.
Quando era nuova, la Ferrari Enzo costava circa 500.000 euro, ma qualcuno ha pagato la cifra sbalorditiva di 3,8 milioni di dollari – 3,2 milioni di euro – per questa copia speciale del 2003 venduta dalla Legendary Motor Car Company, che ha stabilito un nuovo record in il mercato dell’usato. Ciò che rende questa vettura così distintiva è che la sua carrozzeria è verniciata in un’esotica tonalità Rosso Scuderia, ovvero lo stesso colore utilizzato all’epoca dalla scuderia Ferrari di F1.
Inoltre, va notato un dettaglio molto importante e cioè che in tutti questi anni è stata guidata pochissimo, tanto che il suo contachilometri registra 356 miglia, in altre parole, 573 chilometri! Si spera che il suo nuovo proprietario approfitti delle capacità di questa vettura e non decida di tenerla per la memoria. Tuttavia, tecnicamente, questo non è il più prezioso Enzo (dipinto con quella speciale vernice rossa) mai realizzato.
All’inizio di quest’anno, un altro esemplare è finito in quel rosso ispirato alla F1 venduto all’asta per oltre cinque milioni di euro, rendendolo l’Enzo più costoso di tutti i tempi. Si tratta di un’unità che pretende di essere l’ultima uscita dalla linea di produzione e il cui proprietario era Papa Giovanni Paolo II , tanto che tecnicamente era ancora considerata nuova perché si ritiene che non sia stata sua santità a guidarla.
Il motore della Ferrari Enzo è un V12 da 6,0 litri che eroga 660 cavalli e 657 Nm di coppia massima, collegato a un cambio sequenziale a sei rapporti che invia tutta la potenza alle ruote posteriori. Queste cifre potrebbero non essere una sorpresa visti i canoni di oggi, ma ai loro tempi erano sorprendenti e, soprattutto, erano tratte da un propulsore aspirato.
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