Quasi due anni fa, Benjamin Maldonado stava tornando a casa da una partita di calcio su un’autostrada in California con suo figlio adolescente, Jovani, sul sedile del passeggero. Improvvisamente, il traffico davanti a lui è rallentato e Maldonado ha messo il segnale di svolta a destra e ha iniziato a cambiare corsia. Fu allora che notò una Tesla Model 3 bianca che si avvicinava velocemente alla sua destra. Ha cercato di sterzare di nuovo nella sua corsia, ma la Tesla si è scontrata con il retro della sua Ford Explorer Cross Trac. La sua auto si è ribaltata e Jovani, che non indossava la cintura di sicurezza, è stato espulso dal veicolo. Morì poco dopo in un ospedale locale.
Tesla: nuovi guai in USA
La sua famiglia è rappresentata dall’avvocato Benjamin Swanson, che ha ottenuto un video di 6 secondi dell’incidente da Tesla dopo l’incidente. Swanson ha protetto da copyright le immagini di quel video e le ha condivise con il New York Times. Swanson ha citato in giudizio Tesla per conto della famiglia. Secondo il New York Times, la denuncia sostiene che il sistema di pilota automatico di Tesla è difettoso e non ha reagito alle condizioni del traffico. La causa nomina anche come imputati il conducente della vettura elettrica, Romeo Lagman Yalung di Newark, California, e sua moglie, Vilma, che possiede l’auto ed era sul sedile del passeggero anteriore al momento della collisione.
Il video mostra chiaramente la Tesla Model 3 di Yalung che si muove più velocemente del traffico circostante e supera diverse auto sulla destra. I dati dell’auto mostrano che stava viaggiando a 69 mph, poi ha accelerato a 70 mph poco prima dell’incidente. Un secondo prima della collisione, ha rallentato drasticamente e poi si è schiantato contro l’Explorer. Non c’è nulla nell’articolo del New York Times che affermi chiaramente che l’Autopilot stava operando al momento della collisione. Tesla, in linea con le sue normali pratiche, ha rifiutato tutte le richieste della stampa.
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