Mentre la startup di auto elettriche Fisker è avviata verso la liquidazione, negli Usa gli avvocati dei creditori si fanno la “guerra” legale per aggredire i beni dell’ormai defunta Casa californiana. Lo riporta la Reuters. Campo di battaglia, il tribunale fallimentare degli Stati Uniti. I vari soggetti che hanno diritto al denaro si sono divisi in due fazioni: una sorta di derby a chi prende per primo i soldi. Il fatto è che qui quattrini non ce ne sono tanti: Fisker ha già presentato istanza di protezione dalla bancarotta nel Delaware dopo aver bruciato denaro, nel tentativo di aumentare la produzione delle Suv Ocean. Che erano un’ottima idea di partenza, sfruttata male.
Fisker stop definitivo
Come ultimo estremo tentativo di tirarsi su, Fisker aveva detto che avrebbe cercato finanziamenti aggiuntivi continuando con operazioni ridotte. Invece ora l’avvocato di Fisker, Brian Resnick, ha affermato durante l’udienza a Wilmington che la società non è in grado di ottenere finanziamenti. Non dà garanzie sufficienti di ritornare prestiti futuri eventuali.
Obiettivo di Resnick, riferito al giudice fallimentare americano Thomas Horan: liquidare i suoi beni. Ci sarebbe un accordo provvisorio con un unico acquirente per tutti i suoi 4.300 veicoli.
L’azienda con sede in California, fondata dal designer automobilistico Henrik Fisker, non è mai stata redditizia, con circa 273 milioni di dollari di entrate nel 2023 e una perdita netta di 940 milioni di dollari. Ma quanto valgono quelle auto? Il ricavato, sommato ad altro, basta per saziare i creditori affamati? Fisker deve oltre 850 milioni di dollari a due gruppi di obbligazionisti.
Accuse fra creditori di Fisker
Nella contesa, la fazione più ampia accusa il partito di minoranza guidato da Heights Capital Management: “Avete preso il controllo del debito di Fisker a novembre attraverso una transazione sospetta con la società”. Quando l’azienda era in ritardo nel fornire i rendiconti finanziari certificati, qualcuno (Heights, che vanta un credito di 185 milioni di dollari) avrebbe usato quel default tecnico minore per chiedere tutti i beni di Fisker come garanzia sulle sue obbligazioni. Insomma, il più furbo si è insinuato nel debito per primo, e avrà la precedenza ottenendo i soldi subito: è la tesi accusatoria. L’avvocato di Heights definisce le accuse oltraggiose: il cliente avrebbe solo cercato di aiutare Fisker a sopravvivere.
Startup di auto elettriche che cadono come mosche
Comunque, Fisker non è la sola a fare questa brutta fine. Il mercato ipercompetitivo dei veicoli elettrici ha visto diverse aziende, tra cui Proterra, Lordstown e Electric Last Mile Solutions, dichiarare fallimento negli ultimi due anni. Un po’ perché imitare Tesla è difficilissimo, un po’ perché la domanda di elettriche è crollata, mentre si profila la concorrenza fortissima dei cinesi.