Fabbrica Audi di Bruxelles: gli operai confiscano le chiavi delle auto elettriche

Ippolito Visconti Autore News Auto
Tensione alla fabbrica Audi di Bruxelles: gli operai bloccano gli accessi per paura della disoccupazione.
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Il terrore dei tagli e della disoccupazione porta tensione: fabbrica Audi di Bruxelles, nervosismo in Belgio alle stelle per colpa dell’auto elettrica. Il motivo? Forse potrebbe essere chiusa perché il Gruppo Volkswagen è in grave difficoltà. In quanto il full electric imposto dall’Ue, dalle lobby nei posti di potere, dagli influencer (partigiani) nei social è un flop mai visto. Ecco il risultato del Green Deal: l’inferno sociale, poco compreso nella torre d’avorio Ue.

Autunno bollente

Temperatura elevatissima fra gli addetti, com’è comprensibile che sia. La decisione del Gruppo Volkswagen di non assegnare nuove produzioni fa lievitare il rischio di uno stop alle attività automobilistiche per il sito belga. 

Primo. Centinaia di lavoratori hanno bloccato l’accesso, occupando il viale antistante. Anzitutto coi picchetti. 

Secondo. Gli operai hanno appiccato il fuoco: ci sono roghi. Simbolo di un’industria automotive europea che in realtà non s’è mai opposta con decisione alla politica ultra green: un suicidio industriale. Mettersi nelle mani nei cinesi per poi bloccarli coi dazi: euro follia.

Terzo. Alcuni dipendenti hanno confiscato le chiavi di 200 veicoli elettrici pur di spingere i vertici a fare chiarezza su cosa accadrà, per chi, quando. L’auto elettrica è così: un tunnel senza luce.

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Risposta VW

La direzione reagisce. In sostanza, dice di non voler cedere a quello che viene considerato solo un ricatto. Minacciando di adire alle vie legali. O le chiavi vengono restituite, o i responsabili saranno identificati e denunciati. I lavoratori devono quanto prima tornare alle proprie mansioni, insiste l’azienda.

Risultato da incubo 

Nei programmi, la riapertura della fabbrica era fissata per mercoledì 10 settembre 2024. Ma tutto è paralizzato dagli operai. I sindacati si preparano per la giornata di mega sciopero prevista per il 16 settembre. Chissà la faccia di chi diceva che l’auto elettrica avrebbe creato lavoro, deridendo chi lanciava allarmi andati a vuoto.

Blume insiste

Intanto, il ceo del Gruppo Volkswagen Oliver Blume spinge per tagli senza precedenti nel mercato interno: cambiamento necessario perché il mercato europeo si sta restringendo mentre la concorrenza sta aumentando. Lo ha detto in un’intervista al quotidiano domenicale Bild am Sonntag. Tutto è nato il 2 settembre, quando VW ha affermato di aver preso in considerazione l’adozione di un passo senza precedenti di chiudere fabbriche in Germania e porre fine alle garanzie occupazionali in sei dei suoi stabilimenti. Per la riduzione dei costi di 10 miliardi di euro. Oltretutto, l’industria auto dovrà pagare multe pesantissime se produce auto troppo inquinanti: serve sforbiciare, risparmiare. Un effetto domino terribile. Attenzione al vento della protesta, perché è un attimo che la tensione trovi terreno fertile altrove nell’Europa automotive disperata, in tutti i Gruppi auto.

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