Lo standard di emissioni Euro 7 può attendere. Alla fine dello scorso mese si è tenuta una riunione del Consiglio Competitività dell’Unione Europea, dalla quale è emersa la volontà delle parti di rimandare l’introduzione della normativa rispetto ai tempi precedentemente concordati. Le parti hanno stabilito di passare da 24 mesi a 30 mesi per i nuovi modelli e a 42 mesi per le nuove immatricolazioni di modelli esistenti già omologati. Nel caso dei veicoli commerciali, si arriva rispettivamente a 48 e 60 mesi. L’accordo è in attesa di ratifica, tuttavia fonti autorevoli danno la fumata bianca come certa.
Euro 7: l’Unione Europea rimanda i piani
Gli stessi player dell’industria dell’auto esultano, convinti che sul protocollo Euro 7 si sia presa la decisione giusta. Tra i Paesi che hanno contribuito alla decisione figura anche l’Italia, oltre alla Spagna, alla Francia e alla Repubblica Ceca. Ciò consentirà di ridurre i costi di manodopera e di continuare, quindi, a lanciare sul mercato veicoli a basso costo, con prezzi intorno ai 20 mila euro.
Gli obiettivi sanciti con la normativa Euro 7 rimangono gli stessi, ma con scadenze meno strette. Il ministro ad interim spagnolo dell’Industria, del Commercio e del Turismo, Héctor Gómez Hernanez, ha sottolineato la fama dell’Europa nel mondo per la produzione di veicoli di alta qualità e a basse emissioni. Si desidera continuare a perseguire una migliore qualità dell’aria. La posizione è quella di continuare a guidare la mobilità del futuro e stabilire livelli realistici di emissioni per i veicoli del prossimo decennio, aiutando nel frattempo l’industria a compiere un salto definitivo verso veicoli a basse emissioni entro il 2035.
A margine dell’incontro, il ministro delle Imprese e del Made in Italy italiano, Adolfo Urso, ha riconosciuto al regolamento Euro 7 il merito di aver realizzato un ribaltamento delle forze in campo, che cambia le carte in tavola nell’Unione Europea. Il testo approvato, profondamente migliorato rispetto alla proposta iniziale della Commissione, mira a realizzare una visione concreta, realistica e pragmatica, che era stata più volte richiesta dal nostro Governo.
In tal modo, ha proseguito l’onorevole, saranno ridotti in modo significativo i costi per le imprese automobilistiche, che dovranno investire meno nell’adeguamento alle nuove tecnologie, con benefici anche per i consumatori in termini di costi inferiori. In definitiva, sarà possibile destinare fin da ora maggiori risorse alla transizione verso la mobilità elettrica.