Di cosa parleranno i soggetti durante il Dialogo strategico? Si valuterà lo stato dell’arte nelle aree tecnologiche chiave, si identificheranno le priorità e le ambizioni imprescindibili e svilupperà raccomandazioni attuabili per realizzarle. All’interno di questo tema, il lavoro potrebbe essere strutturato in diversi pacchetti, concentrandosi sulle condizioni generali del quadro di innovazione del settore e su specifiche aree tecnologiche prioritarie. Servono un nuovo quadro normativo, la disponibilità di infrastrutture di ricarica e lo stimolo della domanda. Quest’ultimo potrebbe esplorare misure come una migliore etichettatura della CO2 per garantire informazioni chiare ai consumatori, potenziando e armonizzando gli incentivi all’acquisto e le misure fiscali negli Stati membri o gli appalti pubblici. Quindi, il cliente in concessionaria saprà – meglio di prima – quanta anidride carbonica emette la vettura dalla nascita alla morte.
Etichetta energetica più precisa per l’auto
Col Dialogo, l’Ue vuole un’etichetta energetica ancora più certosinamente precisa, dettagliata, fatta col massimo scupolo per l’auto. Gli acquirenti dei veicoli saranno in grado di conoscere rapidamente – domani più di oggi – il consumo di carburante, le emissioni di CO2. Distinguendo le vetture che inquinano zero e quelle che sporcano. Per comprare una macchina dotata di totale efficienza energetica. Per poter meglio classificare l’emissione di CO2, questa viene inserita su una scala colorata: ecco, si potrebbe pensare a una maxi scala con molti più colori, tante tinte, con sfumature. Una classe nell’area verde indica un veicolo efficiente dal punto di vista energetico, una nella zona rossa una bassa efficienza: sì, ma non basta. Bisogna fare di più.
Piccola auto elettrica
Serve la collaborazione del settore su una piccola auto elettrica a basso costo per fornire una mobilità elettrica accessibile ai gruppi a basso reddito, o il coordinamento sul consolidamento dei fornitori/riduzione della produzione di componenti, informati dagli esperti della concorrenza e antitrust della Commissione. Serve poi energia pulita a prezzi accessibili, basandosi e alimentando il lavoro prioritario in corso della Commissione su questo argomento. Sarà immaginiamo da risolvere il problema del prezzo del gas.
Le cose vanno per le lunghe: tanta tecnoburocrazia
All’interno della Commissione Ue, il commissario Tzitzikostas è stato incaricato di sviluppare un piano d’azione industriale dell’Ue per il settore automobilistico. In questo contesto, l’obiettivo del Dialogo è di coinvolgere gli attori dell’industria automobilistica europea, i partner sociali e altre parti interessate per sviluppare una comprensione condivisa delle sfide più critiche. Lunghissimo e articolatissimo il Dialogo: riunioni regolari dei i principali rappresentanti del settore con partner sociali, rappresentanti delle infrastrutture e della società civile, nonché commissari selezionati, presieduti dal presidente von der Leyen. Poi, saranno costituiti gruppi di lavoro tematici composti da esperti senior del settore e della Commissione, incaricati di elaborare proposte più dettagliate. Che riferiranno regolarmente al gruppo direttivo senior per la guida e il processo decisionale sulle proposte. In parallelo consultazioni più ampie con altre parti interessate del settore e altre parti della catena del valore dell’automotive, come gli utenti dei servizi di trasporto. Il Consiglio e il Parlamento europeo saranno strettamente coinvolti nel processo e saranno regolarmente informati e consultati sul Dialogo.
Quanti erano gli occupati nel settore automotive Ue
L’industria automobilistica è un motore fondamentale per la prosperità europea, che forniva oltre 13 milioni di posti di lavoro nell’Ue e contribuiva per circa il 7 percento del suo PIL. Occorre – nostro giudizio – parlare al passato. Adesso, le cose sono cambiate. Col Green Deal 2019, col bando termico e le multe UE 2026 per la CO2 2025, c’è tanta paura: almeno 50 mila disoccupati nell’indotto. Coi tagli che salgono ogni giorno. Poi si vedrà per VW. I vantaggi competitivi storici e la leadership tradizionale delle aziende automobilistiche europee si sono erosi: anche qui, si parla al passato. C’è stato il sorpasso Cina. Sino al 2018, col termico, l’Ue vinceva. Poi, con l’elettrico, siccome il Dragone controlla il filone per intero, batterie e miniere incluse, vince il Celeste Impero. Già da tempo la leadership Ue è stata erosa nel settore auto. L’industria automobilistica europea è già indietro rispetto ai nuovi concorrenti internazionali in termini di costi di produzione e padronanza di tecnologie chiave, come batterie, auto abilitate dal software e guida autonoma. Se si vuole evitare altre perdite sostanziali di occupazione e creazione di valore, qualcosa si può fare, secondo noi: tornare al termico.
John Elkann chiama Ursula von der Leyen
All’avvio del Dialogo strategico con i big dell’industria assente Stellantis, ma il presidente John Elkann (assente per impegni in Brasile) ha telefonato al numero uno Ue confermando l’appoggio del Gruppo all’iniziativa. Erano invece presenti fra gli altri BMW, Renault, Volkswagen e in generale 24 rappresentanti dell’industria automobilistica, tra cui Acea (associazione europea dei costruttori). Per la società euroamericana, “è il momento di agire: siamo pronti a collaborare con la Commissione per affrontare le sfide dell’industria automobilistica”.
Multe per 16 miliardi, che si fa
Al di là dei paroloni e dei proclami, sulla testa delle Case pende la spada di Damocle di 16 miliardi di multe UE nel 2026 per emissioni eccessive nel 2025. Mistero su cosa intenda fare la Commissione. Ci sarebbe anche l’ipotesi di un meccanismo paneuropeo di incentivi per le auto elettriche.
Tanto sano pragmatismo
Il piano d’azione affronterà un’ampia gamma di questioni rilevanti per il settore, come garantire l’accesso a talenti e risorse, promuovere l’innovazione tecnologica e lo sviluppo di veicoli di nuova generazione, stabilire un quadro normativo pragmatico e prevedibile. La Commissione parla di attenzione urgente, di necessità di un campo di gioco equo a livello internazionale, per facilitare la transizione pulita e la semplificazione normativa, nonché identificare le aree in cui sono necessarie misure più concrete.