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Esame di pratica patente B: modalità, fasi, errori da non fare

Superato il quiz, all’ottenimento della patente manca esclusivamente l’esame di pratica della patente B. La prova decisiva e che per questo si tende ad affrontare con maggiore ansia e preoccupazione. In realtà, il primo consiglio sarebbe quello di tenere lo stato emotivo sotto controllo. Perché può trarre in inganno e commettere degli errori che durante le normali sessioni di preparazione non si sono mai commessi. A quel punto si viaggiava liberi perché la responsabilità avvertita era inferiore, mentre adesso un esaminatore deciderà se accordare la licenza o meno. Andiamo a scoprire quali sono le informazioni chiave da osservare anche dal punto di vista burocratico.

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Esame di teoria e pratica patente B

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Negli ultimi tempi sono sopraggiunte delle modifiche per quanto riguarda le modalità di sostenimento del test di teoria. Le domande sono diminuite a 30, sempre basate sul meccanismo di vero e falso, mentre la durata è di 20 minuti. Sono ammessi massimo tre errori (dal quarto in su toccherà fare un nuovo tentativo). I risultati vengono esposti nel tabellone appena fuori dall’aula, se promossi oppure bocciati.

In caso di esito positivo i candidati ottengono il fatidico foglio rosa, che dà loro l’opportunità di esercitarsi al volante in avvicinamento all’esame di pratica della patente B, da svolgere tassativamente entro 12 mesi dal superamento del quiz, a partire dal mese successivo. I tentativi a disposizione sono qui tre. Laddove si venisse respinti per tre volte è possibile chiedere il riporto dell’esame di teoria una sola volta. Tale accorgimento consente al candidato di avere tre ulteriori tentativi, sempre nell’arco di 12 mesi. Chi possiede la patente A1 o superiore (A2 o A) oppure B1 viene esonerato dal quiz e ha, perciò, accesso fin dal principio all’esame di pratica della patente B.

Senza andarci a soffermare sui costi da sostenere, ricordiamo che il conseguimento della licenza di guida è permesso sia da autodidatta (o privatista) sia facendo riferimento a una scuola guida. I vantaggi sono facili da intuire: nel primo scenario il risparmio, nel secondo la preparazione e l’espletamento delle procedure burocratiche da parte del centro. Ma andiamo oltre e prendiamo in analisi lo svolgimento dell’esame di pratica della patente B.

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Cominciamo col dire che la prova in questione deve affrontata alla guida di un veicolo:

  • a quattro ruote della categoria B capace di generare una potenza complessiva pari o superiore a 100 km/h;
  • provvisto di doppi comandi.

Accanto al candidato si deve accomodare una persona in possesso dell’abilitazione (ovviamente in corso di validità) per svolgere la funzione di istruttore di guida. Il mezzo deve essere messo a disposizione da un’autoscuola o una società di noleggio. In merito al cambio manuale, la sua presenza non è obbligatoria. Tuttavia, se la scelta ricade uno con trasmissione automatica bisogna segnalare il codice armonizzato 78 dell’Unione Europea (UE), che consente di mettersi al volante unicamente di vetture con cambio automatico.

In via preliminare all’esame di pratica di patente B è obbligatorio sostenere un minimo di 6 ore di esercitazioni di guida obbligatorie in orario notturno e su autostrade e strade extraurbane principali presso un’autoscuola con istruttore abilitato.

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L’esame si svolge presso le sedi della Motorizzazione Civile o i luoghi stabiliti dalle autoscuole e consiste in tre fasi:

  • accertamento dell’abilità del conducente di prepararsi a una guida sicura;
  • esecuzione delle manovre;
  • comportamento nel traffico.

Prima fase

Come abbiamo appena detto, la prima fase è relativa all’accertamento dell’abilità del conducente di prepararsi a una guida sicura. In buona sostanza, il candidato deve dar prova di saper eseguire con dimestichezza tutta una serie di azioni come:

  • regolazione specchietti retrovisori, poggiatesta e cinture di sicurezza;
  • configurare il sedile nella posizione corretta in base alle proprio caratteristiche corporee;
  • accertare l’avvenuta chiusura delle portiere;
  • verificare o utilizzare almeno due dispositivi tra sterzo, freni, pneumatici, luci, dispositivi di segnalazione acustica (clacson);
  • attestare il corretto livello dell’olio.

Esecuzione delle manovre

Lo step numero due prevede di saper eseguire nella maniera corretta le manovre di solito occorrenti al guidatore durante l’utilizzo dell’auto su strada e nei parcheggi. Scendendo nello specifico, il presentante domanda è tenuto a dare prova di saper effettuare almeno due di quelle previste (di cui almeno una a marcia indietro) tra:

  • svolta a destra o a sinistra oppure marcia indietro in linea retta, entro la propria corsia;
    frenata precisa in un prestabilito punto di arresto. L’esecuzione di una frenata d’emergenza è discrezionale;
  • inversione della vettura, effettuando sia le manovre in avanti sia all’indietro;
  • parcheggio del mezzo e uscita dallo spazio di parcheggio (in piano o in pendenza; marcia avanti oppure indietro; allineato, obliquo o a pettine dritto.

Comportamento nel traffico

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Patente B

Passiamo allora alla terza e ultima fase, quella atta a dimostrare la capacità di circolare lungo una strada aperta al pubblico. Naturalmente, si accederà ad essa qualora le prime due sessioni siano andate a buon fine. È la parte più delicata dell’esame di pratica, sicché al candidato si richiede di avere la capacità di guidare “per davvero” l’auto, nel rispetto delle misure di sicurezza e in rapporto alle condizioni esterne (tempo, asperità del manto, …), pure in circostanze complicate. Qui l’esaminatore presta attenzione a una serie di operazioni quali:

  • partenza da fermo da un parcheggio, un arresto nel traffico, uscendo da una strada extraurbana secondaria (o di tipo C);
  • guida in rettilineo, con l’adozione delle corrette misure nei confronti degli altri veicoli lungo la carreggiata, sia della propria corsia (con il rispetto della giusta distanza di sicurezza, ecc.) sia di quella opposta, pure in caso di limitato margine;
  • sorpasso e superamento: sorpasso di altre vetture (se la segnaletica stradale e orizzontale lo permette, ecc.); essere oggetto di sorpasso da parte di altre vetture (se possibile);
  • superamento di ostacoli lungo il cammino (comprese le vetture eventualmente in momentanea sosta);
  • incroci: affrontare e superare incroci e raccordi);
  • cambi di direzione: svolta a destra e a sinistra, cambio di corsia con l’uso degli appositi indicatori;
  • ingresso e uscita dall’autostrada (o strade dalle caratteristiche simili): ingresso attraverso la corsia di accelerazione, uscita tramite quella di decelerazione;
    osservanza delle precauzioni opportune nel momento di scendere da bordo.

In linea di massima, la durata dell’esame di pratica è di circa 25 minuti e va svolto su strade lontane dai centri abitati, su superstrade e autostrade (o dalle caratteristiche analoghe), sulle varie tipologie di tratto urbano (aree residenziali, con limiti di velocità pari a 30 o 50 km/h, a grande scorrimento. La finalità è quella di testare la capacità del candidato di fronteggiare le varie condizioni in cui potrà imbattersi una volta ottenuta la tanto ambita licenza. Per approcciarsi al fatidico giorno dell’esame in serenità e sicuri di sé stessi la parola d’ordine è, ovviamente, esercizio, esercizio e ancora esercizio.

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Oltre alle ore sostenute con la scuola guida, mediante il foglio rosa vi è l’opportunità di maturare esperienza in compagnia di un adulto con età pari o inferiore a 65 anni, in possesso della patente B da almeno 10 anni (se la licenza è di grado superiore, ad esempio di tipo C, il vincolo non viene applicato), con i requisiti fisici e psichici adeguati.

Se l’esame di pratica della patente B sarà ritenuto superato, l’esaminatore provvederà a consegnare la patente al candidato immediatamente al termine della prova. In caso di bocciatura, lo rinvierà al successivo tentativo oppure, se non ha diritto, ritirerà il foglio rosa, e toccherà ripetere le formalità di accesso.

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