La Cina consegnerà un terzo delle auto globali entro il 2030, dice AlixPartners. Il rapporto evidenzia che, seppure gli Stati Uniti cercheranno di proteggere il mercato interno coi dazi, i Gruppi cinesi continuano la loro marcia costante verso il dominio globale. La strategia vincente?
Le Case del Dragone creano fabbriche in Messico (BYD, Chery e Great Wall), in Brasile e in Europa (BYD e Great Wall). A ruota SAIC MG, Chery, LeapMotor e Geely hanno annunciato la produzione nel Vecchio Continente. Le aziende mettono radici altrove, al di fuori dei confini della Grande Muraglia: un’invasione intelligente. E i governi locali plaudono: i cinesi portano lavoro, piena occupazione, indotto, fanno girare l’economia, con riflessi positivi a catena.
Dazi anti Cina: espansione ritardata
“Le tariffe di Usa e Ue anti auto elettriche cinesi servono solo a far guadagnare tempo e niente di più”, ha affermato Andrew Bergbaum, co-leader globale del settore automobilistico e industriale di AlixPartners. “Alla fine, con l’affermazione della produzione locale, soprattutto in Europa, ovviamente le tariffe non significheranno comunque nulla”. Insomma, se l’invasione non è domattina, sarà il giorno dopo ancora.
L’amministrazione Biden ha aumentato le tariffe sui veicoli elettrici cinesi a maggio al 102,5% dal precedente 27,5%. Tuttavia, i produttori cinesi potrebbero trarre vantaggio dall’accordo USA-Messico-Canada. Questa politica potrebbe consentire ai veicoli di entrare negli Stati Uniti dal Messico senza dazi doganali, se il 75% del veicolo e dei componenti provenisse dal Nord America e il 40% da luoghi in cui i salari fossero pari o superiori a 16 dollari l’ora.
Cinesi dappertutto
Secondo AlixPartners, la quota dei marchi cinesi nel mercato automobilistico dovrebbe raddoppiare in Europa, raggiungendo il 12% entro il 2030, e più che raddoppiare in Russia, raggiungendo il 69%. L’azienda prevede che la quota del marchio cinese triplicherà in America Centrale e Sud America al 28% e quasi quadruplicherà in Medio Oriente e Africa al 39%.
Si prevede inoltre che i marchi cinesi raggiungeranno una quota di mercato superiore al 30% nell’Asia meridionale e nel Sud-est asiatico, rispetto al solo 3% nel 2024. I marchi nativi attualmente detengono il 59% del mercato in Cina e si prevede che raggiungeranno una quota del 72% entro il 2030.
Elettriche più ibride plug-in: il genio cinese
La Cina poi non si è fossilizzata: solo elettrico. No, vende anche ibride plug-in. Quindi, in un modo o nell’altro, il Dragone vincerà ovunque. La BYD Seagull viene venduta a 11.000 dollari. Negli Usa un’elettrica costa in media 55.242 dollari. C’è un vantaggio competitivi immenso, con margini di profitto giganteschi. La cultura del lavoro in Cina consente alle aziende di rilasciare nuovi veicoli e aggiornamenti di prodotto più velocemente dei loro rivali esteri.